Dopo la folle moda delle labbra carnose, la Lip Challenge, diffusa sul web e combattuta a colpi di selfie su Twitter da ragazzini incoscienti, è stata la volta di Game of 72, la sfida social tutta europea, conosciuta anche come Gioco delle 72 Ore. Nelle scorse settimane diverse testate giornalistiche nel mondo hanno lanciato un nuovo allarme che ha messo in allerta famiglie e forze di polizia di mezzo mondo. Questa volta a salire sul banco degli imputati è stato Facebook, il popolare social network, ritenuto responsabile della diffusione di un'altra pericolosa sfida tra adolescenti. 

Il gioco delle 72 ore: le origini della presunta sfida Facebook

Tutto ha avuto inizio a fine Aprile con la scomparsa di una tredicenne nel sud della Francia, che per tre giorni ha fatto perdere le sue tracce e che dopo 72 ore di assenza è tornata a casa come se nulla fosse successo. A giustificare questa sparizione solo un post su Facebook relativo al Game of 72 e l'affermazione della ragazza di aver portato a termine con successo la sfida Facebook del gioco delle 72 ore. Un gioco stupido e pericoloso per terrorizzare i genitori e, forse, per attirare l'attenzione. 
L'adolescente francese si è rifiutata di dire come e dove abbia trascorso i giorni lontano da casa. Una bravata, insomma, che ha gettato nel panico la famiglia e che ha mobilitato le forze dell'ordine per le ricerche. 


L'esistenza del pericoloso Game of 72 diffuso tramite Facebook è stata avvalorata dalla successiva scomparsa di due ragazzine inglesi di 13 e 15 anni, subito collegata alla sfida social. In realtà, la fuga volontaria delle due adolescenti, ritrovate dopo qualche giorno a una trentina di chilometri da casa, ha avuto poco a che fare con il gioco delle 72 ore: solo supposizioni e voci messe in giro dai vicini di casa delle ragazze, che della sfida avevano sentito parlare. Tanto è bastato, però, perché la stampa internazionale se ne occupasse, alzando un polverone e lasciando le famiglie incredule e sconcertate: da Panorama a Vanity Fair, da The mirror al Washington Post

La burla corre sul web con la sfida Facebook del Game of 72

Nonostante l'enorme clamore suscitato dai media di tutto il mondo, il gioco delle 72 ore di social ha ben poco. Di virale c'è stata solo la diffusione della notizia della sua fantomatica esistenza. Quindi, una bufala? Probabilmente sì, perché al momento l'unico caso documentato resta quello dell'adolescente francese che ha taciuto in merito ai motivi della sua fuga volontaria, giustificandosi con la sfida social. Una motivazione abbastanza plausibile per sembrare una scusa, ma troppo labile perché la stampa seminasse il panico a livello planetario.

Ammettendo pure l'esistenza del Game of 72, si può supporre che difficilmente questa sfida possa avere un seguito. Ormai le famiglie ne sono informate e i figli scoraggiati dal prendervi parte. Insomma, agli occhi dei ragazzi la sfida ha perso il suo fascino. Inoltre, è difficile immaginare un'adolescente oggi che, pur di far perdere le tracce di sé, rinunci per giorni interi all'uso del cellulare, ormai considerato un estensione della propria mano.