Continuano a ritmo frenetico le indagini sulla morte del giovane studente Domenico Maurantonio, morto a seguito della caduta dal quinto piano dell'albergo dove si trovava con la propria classe, in gita a Milano in occasione dell'Esposizione Universale. Le indagini sono coordinate dal procuratore di Milano Alberto Nobili e dai pm Giancarla Serafini e Claudio Gittardi, e si avvalgono della preziosa collaborazione della squadra mobile del capoluogo lombardo.

La nuova pista investigativa

A un mese esatto dalla disgrazia, spunta un'altra ipotesi investigativa, che tende a escludere la presenza di altre persone al momento della disgrazia.

La nuova tesi emergerebbe a seguito dell'attenta analisi degli elementi a oggi raccolti, quali le testimonianze dei compagni di Domenico e le intercettazioni telefoniche avviate in seguito alla scoperta del corpo. Oltre ai telefoni, gli inquirenti hanno eseguito anche una meticolosa analisi dei dati telematici, come ad esempio i messaggi della famosa applicazione WhatsApp, molto di moda tra i giovani che la usano per comunicare. Inoltre, a sostegno della nuova ipotesi, nelle prime ore del mattino del giorno della tragedia, che sarebbe avvenuta tra le 5 e 30 e le 7, non sono state sentite urla nel corridoio dell'albergo da parte degli ospiti presenti al momento, e nemmeno sarebbe stata notata confusione, che si sarebbe inevitabilmente generata nel caso in cui fossero state presenti più persone.

Le analisi tossicologiche e le tracce di Dna

La posizione di Domenico nei confronti della finestra dalla quale è precipitato sarà molto più chiara quando saranno concluse le sperimentazioni cinetiche, avviate in contemporanea alle analisi tossicologiche. A oggi uno dei dati più certi in merito alla dinamica della tragedia sarebbe la caduta, che secondo gli specialisti sarebbe avvenuta "a piombo", cioè verticalmente in confronto al muro dell'Hotel.

Gli inquirenti sono anche in attesa degli accertamenti genetici sui residui di Dna trovati sotto le unghie del povero ragazzo, mentre sull'ematoma riscontrato su un braccio, non sarebbero state riscontrate tracce biologiche, che escluderebbero che lo stesso possa essere stato provocato da un tentativo di trattenere Domenico all'atto della caduta.

Il livido comunque, è ritenuto importante dagli investigatori, che ancora non hanno potuto stabilire con certezza se possa essere collegato o no alla caduta. Molte sono state le testimonianze raccolte dall'inizio delle indagini, comprese quelle dei genitori della vittima, le quali escludono con certezza qualsiasi volontà suicida dello studente. Le attenzioni degli specialisti sono comunque dirette ad alcuni comportamenti del giovane ritenuti "anomali", che quella maledetta notte la aveva trascorsa a bere alcolici. Un'altra circostanza riscontrata è quella che il giovane avrebbe avuto un malessere quella sera, anche se sulla causa principale della morte di Domenico ancora ci sono molti dubbi, e la verità non sembrerebbe essere a vicina.