Quello che nelle promesse del Governo avrebbe dovuto essere il mese risolutivo per la soluzione della questione degli esodati e l’estensione della durata della cosiddetta opzione donna, si è trasformato nell'ennesimo nulla di fatto, con la distrazione da parte dell’esecutivo dei fondi provenienti dai risparmi ottenuti grazie alle precedenti salvaguardie, destinandoli ad altri usi. Ancora non si sono placate le furiose polemiche causate dal clamoroso ripensamento sulla flessibilità in uscita, che inizialmente doveva essere inserita nella Legge di Stabilità 2016 e che invece è stata posticipata al prossimo anno a causa di mancanza delle relative coperture finanziarie, che il Governo torna a essere oggetto di dure contestazioni da parte dei sindacati.
I conflitti interni alla maggioranza
Il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che si era fatto portavoce degli esodati durante questi mesi, ha definito inaccettabile la decisione del Governo di destinare ad altri usi i fondi delle salvaguardie, minacciando uno strappo interno al partito nel caso di una mancata soluzione della questione. A seguito di un incontro con i tecnici del ministero delle Finanze e della Ragioneria Generale dello Stato, il presidente Damiano ha usato parole che non danno adito ad altre interpretazioni: "O si risolve prontamente la questione degli esodati, oppure sul tema delle Pensioni potrebbero nascere dissidi che porterebbero inevitabilmente ad uno scontro politico interno al Governo".
I fondi oggetto del contendere erano destinati alla salvaguardia dei circa 26 mila esodati che a causa della riforma Fornero sono rimasti senza occupazione e senza la possibilità di poter accedere alla pensione, oltre alla proroga dell’opzione donna, che permette alle lavoratrici con almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi previdenziali versati, di poter lasciare anticipatamente il mondo del lavoro accettando una diminuzione percentuale dell’assegno previdenziale.
Rispondendo alle dichiarazioni provenienti dal ministero del Tesoro, che considera ormai chiusa la questione confermando che ormai i fondi non sono più disponibili, il presidente Damiano dichiara che con quest’operazione viene meno la volontà di trovare soluzioni per i lavoratori. Inoltre, Damiano contesta, rivedendo al ribasso, le stime Inps sui costi necessari alla proroga dell’opzione donna, quantificati in 2 miliardi di euro dall'Istituto Previdenziale.
Le reazioni dei sindacati
Inevitabili le proteste da parte delle maggiori sigle sindacali di categoria, ancora sul piede di guerra a causa delle promesse disattese dal Governo sulla flessibilità in uscita. Il segretario della Uil Domenico Proietti, si è dichiarato incredulo di fronte alla notizia, accusando le istituzioni di mancanza di trasparenza, mentre il segretario della Cgil Vera Lamonica, oltre a definire inaccettabile la decisione di dirottare per altre finalità i fondi riservati alla salvaguardia degli esodati e dei lavoratori in generale, accusa il Governo di usare con disinvoltura i fondi destinati alle pensioni ogni qualvolta servono soldi per altri settori.
Francesco Capone, segretario della UGL, chiede che i fondi destinati alle pensioni non siano utilizzatiper altre questioni, minacciando tutte le iniziative necessarie affinché questo non avvenga.
Al fronte della protesta si unisce anche la Cisl, con il segretario Maurizio Petriccioli che chiede la rapida approvazione della settima salvaguardia per gli esodati utilizzando i fondi disponibili, senza che gli stessi siano distrattiper altre finalità.