Sono trascorsi 30 giorni da quella notte infernale, il 10 maggio 2015, dove ha perso tragicamente la vita il giovane studente padovano Domenico Maurantonio, una storia che ha colpito un po' tutti per varie ragioni riconducibili all'età del ragazzo ma soprattutto alle condizioni misteriose in cui tutta la vicenda è stata costruita. Troppi i commenti spesi inutilmente ma anche uno spaventoso silenzio composto da brevi parole contraddittorie da parte di chi, nelle ultime ore, era vicino al giovane, ovvero i suoi compagni di classe.
Ricordiamo che il ragazzo era partito per una gita di un giorno, insieme alla sua classe per far visita alla fiera internazionale Expo, che si sta svolgendo a Milano, la notte in cui è morto è l'unica che il giovane ha trascorso fuori casa ignaro della sorte che lo avrebbe colpito da li a poco.
Un giovane Domenico che tra pochi giorni avrebbe percorso un altro viaggio importante quello degli esami di maturità, ma che ahimè non potrà mai sostenere.
Tante parole ma nessuna verità
Sono state pronunciate tante parole e gli inquirenti hanno cercato di ricostruire quello che effettivamente può essere accaduto in quelle ore. Gli altri studenti affermano di non aver udito e visto nulla, ma vi sono tracce che rispondono diversamente a queste dichiarazioni. Qualcuno era li con Domenico, si notano dei lividi sul braccio ma anche tracce di DNA sotto le unghie e infine quel cellulare i messaggi di whatsapp che indicano come Domenico fosse vivo alle 05.30 quando inviò un messaggio. Cosa è accaduto davvero quella notte?
Una verità che sconvolgerà
Durante la trasmissione di rai3 Chi l'ha visto, andata in onda il 10 giugno 2015, in seguito ad un intervista rilasciata all'inviata, il legale della famiglia Maurantonio, l'avvocato Eraldo Stefani ha dichiarato che la verità è molto vicina; gli inquirenti sono già a conoscenza del nome a cui appartiene il DNA riscontrato sotto le unghie di Domenico, il passo per conoscere il responsabile o i responsabili di questa vicenda è davvero breve.
La verità su quanto avvenuto quella notte, sottolinea l'avvocato, sconvolgerà tutti compresa la famiglia del giovane, per questo motivo sta convocando studenti e professori nel suo studio per chiarire alcuni elementi.
Tuttavia quello che rimane di questa triste vicenda e che nessun genitore può stare tranquillo a lasciare il proprio figlio, la follia è sempre in agguato e colpisce quando meno lo si aspetti. Ma non è giusto gettare del fango su un giovane che adesso non c'è più, è bene fare emergere la verità qualunque essa sia.