Non è stato Massimo Bossetti ad uccidere Yara Gambirasio, lui ha solo assistito impietrito a quanto stava accadendo e poi è scappato terrorizzato: ad avanzare la clamorosa ricostruzione dei fatti due lettere anonime inviate al settimanale Oggi e scritte in un italiano non perfetto. La redazione del giornale ha subito spedito le missive alla Procura di Bergamo che adesso dovrà valutarne la veridicità. Le ultime news sull'omicidio di Yara Gambirasio aggiornate ad oggi 10-06 si rifanno dunque a nuovi e incredibili scenari: le lettere anonime indicano in un muratore polacco collega del Bossetti il reale assassino di Yara, un uomo violento 'che quando beveva perdeva il controllo'. Il vero omicida sarebbe poi stato ammazzato da alcuni complici in un cantiere dove sarebbe stato simulato un infortunio sul lavoro: anche Bossetti viene costretto al silenzio forzato, lui è in galera ma la famiglia no e potrebbe pagare i suoi 'errori'.

Aggiornamenti, novità e ultime news Yara Gambirasio oggi 10 giugno: Bossetti una vittima? Tutto da dimostrare

Leggendo il testo delle due lettere viene davvero da sussultare per aria dato che molti elementi sembrano combaciare come mai prima. Le ultime notizie sull'omicidio di Yara Gambirasio relative ad oggi 10 giugno si rifanno dunque al contenuto delle due missive e tramite queste non possono non tornare ad analizzare alcuni passi di un'inchiesta che è diventata tragedia prima e tormentone poi. Più di 5 anni per avere un presunto colpevole da processare con l'aggravante che adesso potrebbe cambiare tutto. Il racconto dei fatti non è chiarissimo per via dell'italiano balbettante ma il succo è più che comprensibile: dopo lavoro alcuni colleghi di Bossetti avrebbero avvicinato Yara con modi non meglio precisati, ad un certo punto lei ha iniziato a sentirsi a disagio e ha chiesto di tornare a casa. Uno dei colleghi del 44enne muratore di Mapello, quello polacco per intendersi, ha iniziato ad agitarsi e a diventare violento, 'poi il nulla, il buio'. Massimo Bossetti e gli altri avrebbero assistito atterriti a quanto avvenuto, dopo di che tutti insieme sarebbero andati a 'scaricare' il corpo di Yara lì dove è stato trovato. 'L'abbiamo lasciato come un sacco di patate. Si può dire? Non lo so, io ho vomitato, si immagini Bossetti'. Da quella notte in poi tutto sarebbe cambiato: minacce e intimidazioni fatte ai presenti perché non parlassero, la morte del vero omicida e infine i primi avvertimenti a Bossetti perchè dal carcere non rivelasse nulla. Ricordate gli episodi di violenza subiti dalla sorella? Secondo la lettera sarebbero stati quelli i segnali inequivocabili lanciati al muratore recluso in carcere con l'accusa di aver ucciso Yara. Alcuni mesi fa Bossetti venne inoltre intercettato in carcere mentre confidava ai compagni di cella di non voler confessare per difendere la propria famiglia. Che quella frase avesse un significato che si apprende solo oggi? Le due lettere provengono da Santa Giustina in Colle, in provincia di Padova: l'unico residente nel luogo che è stato coinvolto nella vicenda è Roberto Benozzo, il datore di lavoro di Fikri, l'uomo fermato per l'omicidio della ragazzina di Brembate prima di Bossetti e poi rilasciato per mancanza di prove. Che dire, le due lettere lasciano sconcertati: spetterà alla Procura stabilire l'effettiva veridicità di quanto riportato, di certo la cosa potrebbe avere l'effetto di una bomba specie adesso che si è a meno di tre settimane dall'avvio dal processo. Non resta che seguire l'evolversi delle indagini: cliccate il tasto 'Segui' in alto a destra per rimanere aggiornati su questo e altri fatti di cronaca nera.