Accade in Ucraina, e più precisamente a Kiev, una crescente concentrazione di jihadisti dello Stato Islamico, impegnati a combattere al fianco delle brigate ucraine neofasciste contro i separatisti filorussi. La presenza di uomini dell'Isis perfettamente integrati in Ucraina, protetti e addirittura sostenuti dalle autorità locali, sta destando più di qualche preoccupazione in tutta Europa. Il rischio è che i jihadisti dell'Isis riescano così ad aprire una vera e propria porta per l'introduzione della jihad in Europa.

Un appoggio indiretto ma reale

Per capire come mai il governo di Petro Poroshenko abbia permesso un rischio così grande per tutta l'Europa, bisogna guardare quali sono i bisogni del governo.

L'appoggio ai jihadisti non sarebbe il frutto di un desiderio, ma piuttosto qualcosa di inevitabile e fondamentale ai fini della sopravvivenza. In altre parole, Petro Poroshenko si è reso conto del fatto che non è più possibile affidarsi all'esercito regolare così com'è, armato male e fortemente demotivato, molto meglio i corpi paramilitari formati da volontari dell'estrema destra neonazista.

I volontari neonazisti spiccano per maggiore combattività e anche dal punto di vista dell'equipaggiamento risultano molto meglio armati. Attualmente, risultano create già tre unità costituite da jihadisti anti-russi: la "Dzhokhar Dudayev", la "Sheikh Mansur" e la "Crimea", situazione che Il Fatto Quotidiano commenta come "riedizione dell'alleanza nazi-islamista nata nei Balcani in funzione anti-sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale con le divisioni islamiche di SS croate, bosniache e albanesi".

Tawhid bianco su sfondo rosso-nero

Notiamo le bandiere rosso-nere tipiche degli utranazionalisti ucraini, sulle quali ora è impresso il Tawhid, espressione del principio fondamentale della cultura islamica che consiste nell'unità e unicità di Dio. Nota anche come shahada, quella che è stata impressa è la frase che compone il primo dei pilastri dell'Islam "la ilaha illa Allah" significa non vi è divinità all'infuori di Allah (completata poi dall'affermazione della fede nella missione profetica di Maometto affidatagli da Dio "wa Muhammad rasul Allah").