Aumentano i sospetti su Giosuè Ruotolo (26 anni), unico indagato per il delitto di Teresa Costanza (30) e di Trifone Ragone (28). Due militariamici e coinquilini del giovane,dopo aver mentito per 6 mesi agli inquirenti, hanno detto finalmente la verità. La loro testimonianza ci rimanda proprio a quella maledetta sera di Marzo in cui Trifone e Teresa hanno perso la vita. Ecco una parte dellaloro dichiarazione che potrebbe inchiodare definitivamente il Ruotolo: "Giosuè non usciva mai di sera a quell'ora, quando gli abbiamo chiesto dove andasse, ci ha risposto di farci i fatti nostri.

Poi è tornato e si è cambiato". Quella sera inoltre Giosuè aveva cenato molto più tardi del solito.

Ruotolo:la personalità e gli indizi contro di lui

Le dichiarazioni degli amici di Ruotolosono proseguite, riferendo vari dettagli riguardo la personalità del giovane militare. Ne parlano come un ragazzo molto introverso, con una vita sentimentale non del tutto serena. Infatti,nei mesi precedenti il delitto, il 26enne aveva avuto dei problemi con la fidanzata. Stavano attraversando un periodo nero. Il giovane piangeva spesso al telefono durante i colloqui conla sua ragazza,poichè quest'ultima avrebbe un grave problema fisico. Emergono inoltre novità riguardo la pistola usata per eliminare Teresa e Trifone.

Su un bossolo inesploso è stata trovata un'impronta parziale, un indizio molto importante per il proseguimento delle indagini. L'arma da fuoco, è d'uopo ricordarlo, è una Beretta calibro 7.64. La pistola è stata ritrovata dai Ris nel laghetto del parco di San Valentino a Pordenone. L'impronta incriminata sarebbe "da pressione", una prova evidente che il killer dei due fidanzati avrebbe cercato di liberarsi del bossolo, prima di buttare via l'arma.

Giosuè era invidioso di Trifone?

Torniamo alle dichiarazioni dei coinquilini di Ruotolo, i quali hanno parlato anche di Trifone e del suo particolare successo con le donne, affermando: "Portava spesso ragazze a casa". Gli inquirenti, a questo punto, vogliono comprendere se il movente da parte di Giosuè, nel caso fosse davvero lui l'assassino, sia stato di natura passionale.

Ricordiamo inoltre, che quest'ultimoe Trifone frequentarono la stessa palestra per un periodo di tempo. La nota rivista settimanale Giallo, nell'ultimo articolo dedicato al delitto di Pordenone, ha infatti pubblicato una foto in cui si vede nitidamente Ruotolo alle spalle di Trifone mentre si allena nella struttura. L'immagine, per la precisione, risale a 2 anni fa. Nelle sue precedenti dichiarazioni, Giosuè aveva affermato dinanzi agli inquirenti, di non sapere che il suo collega e coinquilino frequentasse la palestra. E' ovviamente una palese bugia.

Il mistero del bigliettino

C'è inoltre un altro indizio che farebbe dubitare della buona fede di Giosuè Ruotolo. Nel suo portafoglio è stato infatti trovato un bigliettinosu cui vi era scritto: "Via Chioggia 8-11".

Proprio in tale via abitavano Teresa e Trifone. Secondo la Procura, il 26enne avrebbe svolto degli appostamenti per spiare e pedinare i due fidanzati.Tali appostamenti il Ruotolo li avrebbe effettuati nello stabile disabitato, ora inesistente, che all'epoca dei fatti si trovava proprio presso il numero civico annotato sul foglietto. L'avvocato del 26enne, Roberto Rigoni-Sternha smentito tutto affermando che tale stabile era inadeguato per assurgere a luogo di osservazione e. per progettare un omicidio.