Una maxi operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, unitamente a quelli della Compagnia di Gricignano d'Aversa, ha portato all'arresto di 10 persone, con 49 indagati. Le accuse sono: associazione per delinquere, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falsità in atti,estorsione, ricettazione e truffa aggravata ai danni dello Stato. Tra gli arrestati risultano esserci 7 persone di origine italiana e 3 stranieri. In carcere sono finiti: Pryndak Yaroslav; Della Monica Gaetano; Tenneriello Claudio e Macchia Giovanni. Agli arresti domiciliari, invece: Bogdan Gregor; Della Monica Immacolata; Della Monica Assunta; Interrante Luigi; Sozzino Stefano e Nikitis Andreas.
I dati dell'inchiesta
Dalle indagini condotte dalla Procura di Napoli Nord è emerso che il gruppo si basava sull'operato di due sorelle ed un fratello, residenti a Castel Volturno, in Provincia di Caserta. Lo scopo del gruppo criminale era quello di organizzare matrimoni illeciti a favore di clandestini presenti sul territorio italiano con documenti non in regola. L'obiettivo era di far in modo che i clandestini ricevessero il permesso di soggiorno definitivo. Una rete ben organizzata che si estendeva nel territorio compreso tra le province di Napoli e Caserta. Il dato inquietante che emerge dalle indagini è che molti dei coinvolti sono italiani residenti tra Giugliano, Castel Volturno e Napoli.
Un giro d'affari che fruttava incassi elevati.
I falsi matrimoni
Nell'operazione svolta dai carabinieri della Compagnia di Marcianise e Gricignano d'Aversa sono stati constatati almeno 20 matrimoni illeciti. La maggior parte delle celebrazioni avvenivano a Giugliano in Campania, Pozzuoli, Napoli e Quarto. Dietro la celebrazione di questi finti matrimoni c'era un giro d'affari con grosse somme di denaro.
E' stato scoperto, infatti, che proprio attraverso il pagamento di grosse somme di denaro, uomini di origine straniera, come turchi e iraniani, ottenevano il fatidico "sì" da parte di donne italiane. Per questo stesso motivo, nell'elenco dei 49 indagati emerge un numero altissimo di nomi femminili, tutte donne che facevano parte dell'organizzazione criminale.