Non ha risposto alle domande dei magistrati la giovane indagata nell'ambito dell'inchiesta sul duplice omicidio di due fidanzati commesso a Pordenone il 17 marzo del 2014. Rosaria Patrone, la giovane compagna di Giosuè Ruotolo già indagato per il delitto, accusata di istigazione, favoreggiamento e false attestazioni nell'inchiesta sul duplice assassinio di Trifone Ragone di Adelfia (Bari), e Teresa Costanza di Favara (Agrigento) a Pordenone, ha deciso di avvalersi dalla facoltà di non rispondere prevista dalla legge per gli indagati.

Coppia uccisa Pordenone, donna indagata si avvale della facoltà di non rispondere

La giovane 24enne, studentessa universitaria, di Somma Vesuviana (Napoli) come il fidanzato militare finito tra i sospettati, è stata accompagnata all'interrogatorio dal suo legale di fiducia, l'avvocato Costantino Catapano. Ad attendere oggi l'indagata davanti alla procura, vista l'attenzione mediatica sul "delitto di Pordenone", decine giornalisti e telecamere che Rosaria Patrone è riuscita a dribblare entrando con l'auto nel parcheggio interno riservato ai magistrati. La prima strategia difensiva scelta dall'indagata insieme ai suoi legali è stata, dunque, quella di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma l'avvocato Catapano ha rilasciato in proposito delle dichiarazioni alla stampa per spiegare il perché della decisione.

"Prima di avvalerci della facoltà di non rispondere - ha spiegato l'avvocato Costantino Catapano - e abbiamo chiarito un aspetto con gli investigatori e i sostituti procuratori". L'avvocato parla di "incongruenze" di alcune testimonianze che avrebbero generato "equivoci".

Delitto di Pordenone, il legale della fidanzata di Ruotolo: incongruenti parole amica

"Si trattava - ha dichiarato all'Ansa il difensore di Rosaria Patroni - di un passaggio relativo a incongruenze emerse rispetto alle dichiarazioni di un'amica della mia assistita". Questo il convincimento della difesa, che aggiunge: "Siamo persuasi - ha proseguito Catapano - di aver chiarito la circostanza poiché frutto - ha dichiarato il legale - di una serie di informazioni che si erano intersecate e che avevano ingenerato - secondo l'avvocato - un equivoco".

Intanto, dopo l'interrogatorio di oggi, l'indagata è stata trattenuta negli uffici della procura della Repubblica di Pordenone per diversi accertamenti di carattere informatico. La giovane campana è stata chiamata dagli inquirenti a fornire informazioni anche su alcuni profili su chat e social network e "non avendo nulla da nascondere - ha spiegato il suo difensore - ha collaborato pienamente". Rosaria Patrone è in queste ore "molto provata - ha detto all'Ansa l'avvocato Catapano - per l'eco mediatica che la vicenda ha assunto". Cosa verrà fuori adesso dagli accertamenti informatici disposti dalla procura su pc, smartphone e tablet? Qual è il ruolo della ragazza nella vicenda? I nuovi elementi che verranno fuori consolideranno anche le accuse nei confronti del fidanzato Giosuè Ruotolo?