L'Umbria è ancora sconvolta da una folle tragedia. Un uomo di cinquant'anni, italiano, apparentemente tranquillo, ha ucciso i due figli di otto e tredici anni e poi si è suicidato, gettandosi nel pozzo posto a fianco della propria abitazione. Il fatto è avvenuto nella zona del lago Trasimeno, nella frazione di Vaiano, a pochi chilometri da Castiglione del Lago. A dare l'allarme è stata la mamma dei due bambini, che si è messa ad urlare ed ha poi avvertito il 118, che si è prontamente attivato, inviando sul posto i propri mezzi.
La comunità sconvolta da un sabato di follia
Al loro arrivo tuttavia non c'è stato niente da fare, se non constatare il decesso dei due figlioletti. Fortunatamente, la donna è riuscita a scampare alla follia omicida del marito e quindi è riuscita a mettersi in salvo, pur essendo stata lievemente ferita nella colluttazione con il marito. La coppia viveva in questo tranquillo paese di appena poche centinaia di abitanti, con i due figli, un maschio di otto anni ed una figlia di tredici anni. A quanto ha riferito l'Azienda Ospedaliera di Perugia, la chiamata alla centrale operativa è avvenuta poco dopo le undici di oggi, con l'operatrice in servizio del 118 che ha avvertito immediatamente la portata della tragedia, recependo le urla strazianti della donna.
Giunti sul posto, i carabinieri della centrale di Città della Pieve hanno interrogato la donna, polacca, che però era al momento in condizioni disperate ed è stata successivamente trasportata all'ospedale di Castiglione del Lago in stato di agitazione.
In Umbria una nuova immane tragedia in pochi mesi
Questa tragedia sconvolge ancor di più l'Umbria, che negli ultimi mesi è stata al centro di fatti di cronaca come l'uccisione dell'avvocato Raffaella Presta a Perugia, la morte a Città di Castello di Anna Maria Cenciarini, per il cui omicidio è in carcere il figlio Federico Bigotti.
Senza tener conto che è tornata d'attualità anche l'uccisione, otto anni fa a Perugia, di Meredith Kercher, tornata alla ribalta a causa dell'intervista a “Storie Maledette” di Rudy Guede e alla richiesta di risarcimento danni per ingiusta detenzione presentata da Raffaele Sollecito, rimasto in carcere quasi quattro anni e poi assolto in Cassazione.