È un gran giorno per l'Europa, dato che oggi, lunedì 14 marzo, è partita dal Kazakistan e diretta alla volta di Marte la prima sonda dell'Esa progettata per studiare la conformazione geologica del Pianeta Rosso. Non solo, perché ExoMars (questo il nome che è stato affibbiato alla missione) avrà l'arduo compito di capire se eventuali future missioni umane su Marte siano possibili.
Partiamo dal presupposto che l'Italia ha giocato un ruolo a dir poco fondamentale nella progettazione del lander che porterà la prima sonda europea sul Pianeta Rosso: pensate che il modulo destinato ad atterrare sulla superficie rossa di Marte è stato intitolato a Schiaparelli, famoso astronomo italiano al quale è intitolato anche uno dei principali crateri di Marte.
La missione di ExoMars, fra l'altro, è cominciata lunedì 14 marzo e per i prossimi 7 mesi vedrà il missile attraversare lo spazio per approdare sul Pianeta Rosso. Lì, ed in particolare sull'Oxia Planum, atterrerà il lander nel quale si trova la sonda, quella che cioè giocherà un ruolo fondamentale per la conquista di Marte nei prossimi anni.
Le due fasi della missione
Prima di inviare i primi esseri umani su un pianeta distante milioni di chilometri dalla Terra, è bene precisare che queste spedizioni di sonde e robot permettono innanzitutto di risparmiare sul cibo e le vettovaglie umane, nonché di non rischiare che qualcuno muoia nel corso della missione. Serviranno circa 7 mesi per arrivare sul Pianeta Rosso e per la prima volta nella storia l'Europa avrà la possibilità di eseguire un atterraggio controllato sulla sua superficie.
Fra gli obiettivi principali di ExoMars, fra l'altro, c'è lo studio delle origini, del passato e presente di un corpo celeste che ha ancora molto da dirci riguardo la storia del pianeta Terra.
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