Le slot machine e le scommesse sul calcio l’avevano ridotto sullastrico ed era stato costretto ad indebitarsi con parenti e amici. Allora lui, 32 anni, cagliaritano, disoccupato, insieme a un amico e complice di 56 anni, anche lui senza lavoro, ha ben pensato di dilapidare tutti gli averi del nonno di 91 anni, per continuare a giocare morbosamente, riuscendo a portargli via quasi mezzo milione di euro: per l’esattezza 478 mila.

Fortunatamente, grazie all’intervento di un solerte impiegato delle Poste e degli uomini della Squadra Volante e della Squadra Mobile della Polizia di Cagliari, coordinati dal dirigente Alfredo Fabbroncini, i due amici sono stati smascherati e denunciati per circonvenzione d’incapace.

Richieste continue di denaro

La vicenda andava avanti da tempo. Ma è diventatasempre più pesante quando nel 2014 – secondo il rapporto della Polizia – il giovane sarebbe riuscito a convincere l’allora 89enne nonno a farsi pagare due polizze assicurative (da 200 mila euro l’una), portando via all’anziano parente circa 360 mila euro in contanti. Ma non solo, anche negli anni precedenti le richieste erano sempre state frequenti e giustificate dal fatto che il nipote fosse disoccupato e il nonno avesse per lui una particolare predilezione e accontentava ogni sua richiesta. Il ragazzo era riuscito a portargli via circa 100 mila euro.

Una delle ultime pretese è datata aprile 2016 quando - spiegano gli investigatori - il giovane si presenta dal nonno e chiede spudoratamente 30 mila euro per pagare i debiti di gioco.

L’anziano parente gli risponde che non ha più un euro e allora il giovane lo convince a vendere quello che gli restava: un appartamento del valore di 90 mila euro. Sembrava fosse andato tutto per il verso giusto. Circa un mese dopo infatti era stato trovato l’acquirente (dal nipote) ed era stato anche emesso un assegno postale da 90 mila euro a favore dell’anziano.

Ora bastava incassare la somma ed il gioco era fatto. Per fare questo il nipote si era presentato, con il nonno e accompagnato dal complice in automobile, all’ufficio postale dove avrebbe dovuto aprire un conto cointestato con l’anziano parente in modo da avere il totale controllo del denaro.

E qui iniziano i primi problemi: il giovane infatti, avendo avuto grane finanziarie, non risultava idoneo all’apertura di un conto corrente.

Per questo motivo era stato deciso che il nuovo “socio” del nonno sarebbe stato il complice e autista. E così è stato: il conto corrente postale è infatti stato aperto versando l’assegno da 90 mila euro. Inizialmente il nipote è riuscito anche ad incassare un assegno da 4 mila euro e altri cinque dal valore di 3 mila euro: 19 mila euro in tutto. Non solo, attraverso numerosi prelievi al bancomat era riuscito anche ad intascare altri 4 mila euro.

La solerzia dell’impiegato postale

Poco tempo dopo però – si legge nella ricostruzione effettuata dagli investigatori – alle Poste si era presentato il "socio" del nonno con una distinta dove veniva richiesta l’emissione immediata di 19 assegni da 3 mila euro l’uno per un ammontare complessivo di 57 mila euro: in parole povere il conto sarebbe stato svuotato.

Ma grazie allo zelo di un impiegato postale che non ci ha visto giusto e ha immediatamente avvertito il direttore, i due complici sono stati smascherati dagli uomini della Squadra Mobile in collaborazione con quelli della Squadra Volante e denunciati per essersi presi gioco dell’anziano 91enne.