Un massimo di 6 anni di carcere. Questa la pena che potrebbe essere inflitta a tutti coloro che inviano e divulgano immagini, testi o altre informazioni private, ottenute in modo capzioso, cioè tramite raggiri, minacce o ricatti. La novità proviene da una proposta di legge per contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Il testo è stato redatto dalle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera dei Deputati che - alla ripresa dei lavori - sarà inviata all'Aula di Montecitorio.

Il no del Movimento 5 Stelle

Il partito politico che ha immediatamente espresso il suo parere negativo è stato il M5S.

Secondo i pentastellati, le nuove norme che dovrebbero tutelare il minore e le sue attività digitali, in realtà rappresentano "una vera e proprio norma ammazza-web". Le parole sono dell'avvocato Fulvio Sarzana, scritte sul blog di Beppe Grillo. Secondo i grillini, le regole della proposta di legge comprometterebbero la vita anche dei maggiorenni che si interfacciano - anche per la prima volta - alla piattaforma internet. Medesimi dubbi sembrano aver colpito anche gli esponenti di Forza Italia che hanno manifestato le loro perplessità durante l'esame del testo in commissione a Montecitorio. In ogni caso, una volta ottenuto il sì della Camera, il testo dovrà ritornare all'esame del Senato.

Bullismo e cyberbullismo: di cosa si tratta

Secondo le possibili norme da varare, si tratterebbe di violenze fisiche e psicologiche, minacce e furti, offese relative alla razza, alla religione, all'orientamento sessuale, all'aspetto fisico anche attraverso i tipici strumenti digito-attrattivi (smartphone, Internet, social network, etc.).

Nel reato rientrerebbero anche tutte quelle azioni volte a realizzare e diffondere immagini e registrazioni aventi l'obiettivo di offendere.

Carcere fino a 6 anni con sequesto di cellulare e computer

Ad oggi, il reato di molestie e stalking compiuto con strumenti informatici o telematici è punito con un aumento di pena fino a un terzo.

La novità del testo in esame sarebbe, quindi, la certezza di una pena più determinata e soprattutto nell'allargamento delle condotte punitive. Con la modifica voluta dalla Commissione, e dalla stessa approvata, la reclusione andrebbe da 1 a 6 anni. Unitamente alla pena accessoria del sequesto dello smartphone e del computer.

Sì all'oscuramento e al blocco dei dati diffusi

Inoltre, i minori con più di 14 anni e i loro genitori possono avviare un'istanza nei confronti del gestore del sito web, e inviarla anche al Garante della privacy, per ottenere la rimozione, il blocco e l'oscuramento dei dati "incrimanati", cioè di quelli che offenderebbero l'onorabilità della vittima.