Vania Vannucchi, impiegata come operatrice sociosanitaria all'ospedale Cisanello di Pisa, è stata cosparsa di benzina e data alle fiamme nei pressi dell'ex ospedale Campo di Marte di Lucca. La vittima ha fatto in tempo a gridare il nome di Pasquale Russo, suo ex collega di lavoro, anche se gli inquirenti non escludono che tra i due ci fosse qualcosa di più. L’uomo è stato arrestato dopo un lungo interrogatorio con l’accusa di tentato omicidio.
Vittima in gravissime condizioni: ustioni su 90% del corpo
Le condizioni della donna sarebbero gravissime, secondo quanto comunicato dal direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera Universitaria pisana, Fabrizio Gemmi.
Per i medici, la situazione sarebbe molto critica, dato che la vittima presenta ustioni profonde ed estese sul 90% del corpo. Stando alle prime informazioni, Vania e Pasquale si sarebbero incontrati per un chiarimento, arrivando ognuno con la propria auto. Ad un certo punto, però, sarebbe scoppiato un litigio, culminato nella terribile azione dell’uomo, il quale le avrebbe rovesciato addosso una tanica di benzina portata con sé, fatto che farebbe pensare ad una premeditazione.
Lei avrebbe tentato di darsi alla fuga, ma l’uomo l’avrebbe raggiunta, riuscendo nell’intento di darle fuoco; è stato proprio in quei momenti, intorno alle 13, che alcuni operai hanno udito le urla strazianti di Vania e si sono muniti di secchi d'acqua per aiutare la donna.
"Abbiamo sentito gridare - racconta un testimone - siamo corsi e abbiamo visto la signora a pancia in giù, ormai avvolta dalle fiamme". In seguito sono intervenuti i vigili del fuoco e i soccorsi che hanno trasportato la vittima al Centro Grandi Ustionati di Pisa.
Forse una relazione tra i due
L'ipotesi seguita dagli investigatori è che i due avessero avuto, in un passato non troppo remoto, una relazionee che il movente possa essere passionale.
Pare che Russo non fosse nuovo a comportamenti aggressivi nei confronti della donna, stando a quanto quest'ultima avrebbe confidato ad amici, senza mai però sporgere denuncia alle autorità competenti.
Il fuoco sulle donne: una violenza che si ripete
Il copione è quasi sempre lo stesso e ormai lo conosciamo a memoria: un incontro voluto da entrambi o forzato da lui, il litigio e d’improvviso il fuoco che devasta; brucia la pelle, i capelli, provoca una piaga nell’anima, una ferita che non si rimarginerà mai.
Ma la tragedia inizia sempre molto tempo prima, è un pensiero insano che striscia nella mente ingarbugliata e frustrata dell’aggressore, come un granello che pian piano si ingrandisce sempre di più e diventa una valanga pronta a travolgere. Indimenticabile il viso dolce e pulito di Sara Di Pietrantonio, alla quale il suo ex aveva dato fuoco nel quartiere della Magliana a Roma, appiccandolo con una sigaretta accesa; senza dubbio uno degli omicidi più efferati degli ultimi tempi. Il dramma, purtroppo, si ripete a cadenza sempre più ravvicinata.