I video sui maltrattamenti dei bambini nei nidi d’infanzia fanno rabbrividire. Si tratta di una situazione davvero allarmante e paradossale: la violenza avviene in un ambiente in cui i più piccoli iniziano il loro percorso di crescita sociale, in un contesto che affianca la famiglia nell’educazione dei figli. E i genitori, prima di decidere l’inserimento del loro bambino al nido si informano, cercano di scegliere quella struttura che sembra ai loro occhi più affidabile, ma quando è il momento di "consegnare" i loro piccoli nelle mani di altri adulti sono pieni di timori, di preoccupazioni, di interrogativi ("Riuscirà il mio bambino a rimanere tutto il tempo senza di me?"; "Se piangerà lo sapranno consolare?", ecc.).

Il Nido, per le finalità che si pone, deve essere un ambiente educativo affidabile, in cui prestano la loro opera adulti preparati e capaci di interagire con il mondo dell’infanzia.

Telecamere si o no?

La sorveglianza tramite telecamere non dà certo garanzie: il vero controllo può avvenire solo attivando una serie di procedure che assicurino l’offerta di servizi di qualità. Le garanzie di qualità non si esplicano solo attraverso una bella brochure che funge da carta dei servizi; quei contenuti devono essere verificabili. Ciò che è scritto necessita di monitoraggio e di verifica. La telecamera cattura un evento nel momento stesso in cui accade; la formazione, la gestione, il coordinamento e il monitoraggio costante consentono, invece, la prevenzione, l’efficacia e l’atteggiamento collaborativo.

La formazione degli educatori

La formazione del personale è, quindi, imprescindibile, e per essa non si intende solo l’abilità nello sciorinare le tappe di sviluppo dei bambini con le relative attività da proporre, ma riguarda soprattutto una capacità profonda di relazionarsi con i colleghi, con i genitori e con i piccoli. Non c’è didattica senza relazione, non c’è benessere emotivo in assenza di un assetto psicologico di base maturo da parte degli adulti. Titoli di studio adeguati, formazione in servizio obbligatoria per "rinfrescare" e accrescere costantemente le conoscenze, ma anche per promuovere il senso di responsabilità, la consapevolezza di un ruolo educativo di grande valore.

Il coordinatore esterno

Il gruppo di operatori che lavorano all’interno di un Nido d’Infanzia necessita di un coordinatore che aiuti a condividere progetti e intenti, ma che abbia anche il compito di dare un valido sostegno nelle situazioni particolarmente difficili, offrendo tempo e spazio per accogliere e contenere lo stress che, talvolta, sfugge all’autocontrollo. Al coordinatore dovrebbe inoltre essere concesso di monitorare e controllare l’operato, attraverso l’individuazione delle criticità e la focalizzazione degli obiettivi di miglioramento.

Il risultato di ogni verifica dovrebbe essere relazionato per iscritto e controfirmato per presa visione sia dagli educatori, sia dai rappresentanti dei genitori e, magari, anche da un referente dell'Amministrazione Locale.

Il numero degli operatori deve essere adeguato alla quantità dei bambini, alle loro personali necessità, ed è opportuno che sia sempre garantita la compresenza, che permette una migliore funzionalità del servizio, ma che funge anche da reciproco monitoraggio.

Un codice deontologico

È inoltre indispensabile un codice deontologico per gli educatori, che faciliti la consapevolezza di tutto ciò che deve essere rispettato nella professione. Tra i punti essenziali di questo codice deve esserci l’obbligatorietà di denunciare comportamenti diseducativi e inadeguati da parte dei colleghi, per combattere quella forma di complicità costruita dal "non detto". Si tratta, quindi, di offrire una serie di garanzie che richiedono un impegno politico, risorse economiche e monitoraggio, ma che hanno il vantaggio di iniziare davvero a costruire un modello collaborativo in cui abbia ampio peso il senso di responsabilità che ogni agenzia educativa deve sempre porre al primo posto.