Tra pochi giorni di nuovo a scuola.Tante emozioni diverse si confondono: sollievo, paura, fiducia, preoccupazione, entusiasmo, impegno. Questi stati d’animo così contrastanti riguardano tutti gli attori in scena: gli alunni, i genitori e gli insegnanti. Certo è che i bambini sono davvero i più coinvolti e sono coloro che risentono maggiormente delle tensioni e delle ansie degli adulti di riferimento. Essi devono farsi carico di tante cose non facili da affrontare.
- Il nuovo contesto educativo, all’interno del quale trovare una propria collocazione.
- Le nuove figure adulte, con le quali devono gradualmente instaurare una relazione di fiducia.
- I compagni, ciascuno dei quali ha caratteristiche diverse.
- Le regole di convivenza e di condivisione
- L’impegno richiesto nel portare avanti le attività.L’organizzazione dei materiali necessari.
- E poi ci sono i timori, primo tra tutti quello di deludere, di non rispondere alle aspettative.
Quasi sempre i bambini affrontano tutto questo con serenità, ma possono capitare momenti di disagio, talvolta anche consistenti, soprattutto quando le richieste risultano eccessiva sia dal punto di vista emotivo sia dal punto di vista cognitivo in relazione alle risorse personali.
Quali sono le difficoltà più ricorrenti?
Ci sono bambini che manifestano un rifiuto della Scuola, che può impedirne addirittura la frequenza; essi si lasciano prendere da forti crisi di ansia al momento dell’ingresso in classe e vivono con angoscia il distacco dai genitori. Tutto questo si definisce “fobia scolare” che, quasi sempre è legata a insicurezza e a problematiche familiari.
Altri bambini manifestano comportamenti oppositori e provocatori, che impediscono loro di porre attenzione alle proposte dell’insegnante e di procedere nel loro apprendimento. Si tratta, talvolta, di alunni con difficoltà di attenzione o che hanno competenze di base insufficienti per affrontare con serenità tutto ciò che di nuovo la scuola propone.
E poi non dimentichiamo le difficoltà di apprendimento che potranno configurarsi in seguito come veri e propri disturbi. La dislessia, come gli altri Disturbi Specifici di Apprendimento, non si può diagnosticare in prima primaria, ma se ne possono osservare i segnali ed è possibile procedere con percorsi di aiuto "a misura" dei bambini.
Come aiutare i nostri figli a vivere con serenità il nuovo anno scolastico?
- Conteniamo la nostra ansia e evitiamo di fare richieste eccessive.
- Garantiamo le giuste ore di riposo notturno.
- Diamo spazio all’ascolto, soprattutto la sera, prima di dormire. E’ questo il momento in cui i bambini hanno più bisogno di parlare.
- Valorizziamo la scuola e gli insegnanti, evitando critiche, che farebbero perdere fiducia ai bambini.
- Se pensiamo ci siano difficoltà, parliamone con gli insegnanti, esprimiamo i nostri dubbi e ascoltiamo il loro punto di vista.
- Concediamo spazio al gioco, che serve come “ricarica” di energie, ma anche come espressione delle emozioni.
- Raccontiamo ai nostri figli qualche "pezzo" della nostra vita di alunni, perché possano sentire la nostra vicinanza affettiva in quei momenti che a loro sembrano difficili.
- Favoriamo il più possibile l'incontro con i coetanei al di fuori dell'orario scolastico, perché possano condividere momenti ludici al di là delle prestazioni di apprendimento.
- Per i compiti pomeridiani stabiliamo con loro un orario da mantenere, gratifichiamo le prestazioni positive e diamo un valido aiuto quando si presentano difficoltà, ma senza sostituirci a loro.
- Se notiamo difficoltà nel comportamento e nell’apprendimento, rivolgiamoci all’esperto, che saprà darci le giuste indicazioni.
- Non facciamo confronti con gli altri compagni e ricordiamoci che, ogni bambino ha le proprie caratteristiche e apprende con un proprio stile.