Il sisma tra Marche e Lazio ha colpito nel cuore della notte. Alle 3:36 una scossa di magnitudo 6.2 ha colpito i comuni del territorio e si è estesa fino a sud-est della città di Norcia, in Umbria, seguita da circa altre 60 scosse di assestamente nelle ore successive che hanno raggiunto magnitudo 5.5 intorno alle 4:33. Secondo le autorità il Terremoto è paragonabile a quello che nel 2009 ha colpito l'Abruzzo registrando più di 300 morti tra le vittime.

Se fino a ieri i morti tra Accumoli e Amatrice, quest'ultimo uno dei centri più devastati dal sisma, erano 86, oggi purtroppo il dato è cresciuto.

Sono 247 secondo la Protezione Civile le vittime accertate di questo disastro

Tra Amatrice ed Accumoli hanno perso la vita 190 persone, altre 57 in provincia di Ascoli Piceno. Dati questi che, purtroppo, sono ancora provvisori. Gli sfollati sarebbero oltre 2500, tra questi diversi feriti, molti dei quali (circa 264 adesso) ricoverati in ospedale. Se è certo che fin dalle prime ore del mattino è stato possibile per i soccorsi raggiungere le zone più danneggiate dal terremoto, quello che rimane incerto è il numero dei dispersi.

"In alcuni comuni c'erano molti turisti e persone di passaggio, manca una lista di partenza dalla quale inziare" ha detto Fabrizio Curcio, il capo della Protezione Civile, che poi si dice intenzionato a "continuare a cercare fino all'ultimo" con le squadre di soccorso.

Agli oltre 5 mila gli uomini della Protezione Civile si sono aggiunti civili e persone di ogni razza e sesso pronti a dare una mano negli scavi. Molti di questi soccorritori sono impegnati negli scavi dell'Hotel Roma di Amatrice nel quale potrebbero esserci ancora persone intrappolate sotto le macerie. È questo infatti il comune più colpito.

Secondo il sindaco, Sergio Pirozzi, sono già oltre i 200 i morti tra i suoi concittadini.

Il paese che contava circa 2 mila e 600 abitanti oggi è devastato. La via principale è crollata quasi del tutto e le strade del paese sono per la maggior parte inaccessibili. Colpito anche l'ospedale, tuttora inagibile: medici e personale sanitario sono stati costretti a soccorrere i primi feriti all'aperto.