Continua l'emergenza Terremoto, e non si spegnerà nel giro di poche ore o di pochi giorni. Mentre i soccorritori continuano il pietoso rito della rimozione delle macerie, che continua cauto e circospetto nell'attesa di ritrovare altri corpi, sono ormai praticamente nulle le speranze di trovare qualcuno ancora in vita. Questo è il momento degli addii e delle lacrime, per poi cercare di ripartire.

Almeno 10 persone mancano all'appello

Quasi onnipresente, pronto a rispondere alle domande dei giornalisti, anche le più insidiose, e ad accogliere le grandi personalità sul luogo del terremoto, il sindaco di amatrice, Sergio Pirozzi, invita la Protezione Civile a cercare ancora.

La sua comunità era, tutto sommato, una piccola comunità, e lui sa bene chi ancora manca all'appello. In conferenza stampail capo della Protezione Civile ha definito "plausibile" ildato fornito da Pirozzi di 10 persone ancora disperse, dato di cui però non si assume la responsabilità. D'altro canto, lui non conosceva uno ad uno i cittadini di Amatrice, a differenza del sindaco Pirozzi. Emerge sempre più, man mano che passa il tempo, l'immagine di una comunità coesa e affiatata, che anche il dramma del terremoto non è riuscita del tutto a spezzare.

Le parole del premier Renzi

Nella e-news diramata oggi da Matteo Renzi il premier dice quello che ognuno di noi vorrebbe sentirsi dire se si trovasse sotto una tenda in attesa di un rigido inverno.

Dice che i borghi distrutti o feriti dal terremoto verranno rispettati nella loro intima natura, che la ricostruzione sarà celere e portata avanti in collaborazione con le maestranze locali; che agirà da padre buono, prima che da presidente del Consiglio, accantonando i progetti improbabili e improponibili e concentrandosi su ciò che concretamente può essere fatto.

Il presidente Renzi dice anche che tutto ciò che è stato devoluto in beneficenza verrà costantemente monitorato, che ci sarà massima chiarezza nell'impiego di quei soldi, probabilmente per fugare la forte diffidenza che circola in giro, specie nel web.

Domani i funerali per le vittime del Lazio

Le parole di Matteo Renzi parlano già del futuro, e sono lì nero su bianco: ognuno di noi potrà verificare di persona cosa ne sarà dei piccoli borghi che ieri erano perle preziose sparse sul nostro territorio già in grave difficoltà economica, oggi sono pericolanti scheletri di un passato distrutto, e domani potrebbero avere due alternative.

O sparire per sempre nell'oblio, o trovare nuova linfa vitale, dandone anche all'Italia tutta. Il domani è da scrivere: le pagine del passato ormai sono scritte. Domani all'aeroporto di Rieti si terranno in forma solenne e simbolica,alle ore 18:00, i funerali delle vittime della provincia di Rieti. Ancora, come abbiamo detto, si sta scavando; alcuni corpi sono ancora privi di identità. Ma i singoli nomi forse non contano più: le innocenti vittime del terremoto che ha per sempre cambiato il volto del nostro Paese nella notte del 24 agosto meritano una degna sepoltura che non è fatta di bare o lapidi. Si onorerà la loro memoria onorando ciò per cui hanno lottato, i luoghi in cui hanno vissuto e a cui erano affezionati, dando una nuova vita a quellepiccole comunità di cui erano il cuore.Solo così, facendo rivivere i luoghi della loro esistenza,si potrà dare un senso a quelle morte, e lenire il dolore dei familiari rimasti.