Nell'ultima settimana la situazione per gli sfollati di amatrice si è andata facendo sempre più dura. Molti di loro sono stati ospitati nelle tende allestite dalla Protezione Civile dopo che il sisma del 24 agosto ha raso al suolo la loro cittadina. In molti hanno espresso la volontà di restare vicini alle loro case o a quello che ne resta; ma sin da subito il sindaco Pirozzi ha suggerito una diversa linea di azione.
Cominciare subito i lavori
Al fine di poter procedere ai nuovi lavori di urbanizzazioneè necessario che vengano rimosse al più presto le macerie che ingombrano quello che un tempo era corso Umberto I.
La presenza delle tendopoli potrebbe costituire un ostacolo a questo ed altri lavori finalizzati allaricostruzione.Il sindaco ha dunque deciso diparlare personalmentecon le famiglie rimaste ad Amatrice per convincerle a trovare una soluzione alternativa alle tende in attesa dell'arrivo delle casette di legno. Alla fine, il sindaco ha fatto sapere che entro la settimana prossima le tendopoli verranno smantellate.
Il comitato 3.36
Intanto i cittadini non restano con le mani in mano ma sono ben decisi a far sentire la loro voce. A tal fine ad Amatrice si è costituito il Comitato civico 3.36, che prende il nome dall'ora in cui il Terremoto si è abbattuto nel centro Italia. Il comitato avrà il compito di valutare proposte e soluzioni possibili per la ricostruzione.
Dal canto suo, il sindaco Pirozzi ha in mente lacreazione di quella che ha definito una "Amatrice ponte", ovverouna fase intermediache permetta alla comunità di ammortizzare il colpo subito e di ricominciare a guardare al futuro. Anche se farlo, in questo momento, sembra davvero molto difficile:l'arrivodel maltempo e dei rigori dell'invernorenderà in breve tempo la vita in tenda insopportabile, soprattuttoperché chi vi alloggia non sta bene né fisicamentenépsicologicamente.
Un bilancio ancora da scrivere
La tragedia del terremoto non è finita: le scosse si susseguono senza sosta e tra i feriti recuperati dalle macerie c'è ancora chi lotta tra la vita e la morte e perfino chi non ce l'ha fatta. Una storia a lieto fine è invece quella di Alessio Bucci,figlio del titolare dell'Hotel Roma,la cuiprognosi è stata sciolta. Ora l'uomoè stato dichiarato fuori pericolo anche se resta ricoverato in ospedale. Le ferite del corpo, fortunatamente, guariscono: quelle dell'anima purtroppo sono molto più difficili da curare.