La società odierna è sempre più basata sull'aspetto fisico e sulle apparenze, ed il mondo del Lavoro non fa eccezione, tanto che essere obesi può rappresentare un elemento che rende molto difficile trovare un posto di lavoro, al di la delle qualifiche e delle capacità personali. E' quanto evidenzia un articolo di Laura Bonaiuti su Repubblica, che da voce allo sfogo amaro di una ragazza 26enne di Prato che a causa della condizione di forte sovrappesoin cui si trova non riesce a trovare lavoro. Ha svolto numerosi colloqui di lavoro, ma la risposta è sempre la stessa: "sei troppo grassa per lavorare", e talvolta quando se la trovano dinnanzi e vedono la sua mole, alcuni datori di lavoro la scartano senza nemmeno chiederle lumi su qualifiche e competenze, ed i colloqui durano appena pochi minuti.
Lo sfogo di Martina: ecco come viene trattata
Martinasoffre di obesità sin da quando era una bambina. Oggi ha ventisei anni, è alta un metro e ottanta per circa 140kg di peso.La ragazza racconta alla giornalista alcuni episodi relativi ai colloqui di lavoro che ha sostenuto. In alcuni casi quando i datori di lavoro vedono che è obesa si limitano a scartarla, spesso con colloqui superficiali, che non vanno oltre i 5 minuti. Alcuni liquidano la ragazza con il classico "le faremo sapere" e poi svaniscono nel nulla, ma ci sono anche alcuni che non si fanno scrupoli nel farle presenti - anche in modo piuttosto indelicato - i motivi della preclusione nei suoi confronti: "le cameriere devono essere di bella presenza, e tu non lo sei", o addirittura "non vorrei che gli avventori del locale si debbano spostare per farti passare tra i tavoli".
In un caso si è persino sentita dire che non potevano assumerla come receptionist perché non l'albergo non disponeva di una divisa adeguata allasua taglia, e farla realizzare sarebbe stato costoso.
Una vita di discriminazioni
Oltre a non aver trovato lavoro, essersi sottoposta ai colloqui è stata una vera e propria tortura psicologica per Martina, che spesso racconta di tornare a casa in lacrime, tanto che in alcuni casi suo padre è andato a chiedere spiegazioni, sentendosi rispondere anch'egli che sua figlia è troppo grossa per svolgere la mansione richiesta.
Ma le discriminazioni e le umiliazioni la seguono anche per strada, dove spesso è vittima di sguardi o commenti poco lusinghieri da parte delle persone che incrocia sul suo cammino.
L'appello di Martina: "l'obesità è una malattia"
Martina ha accettato di farsi intervistare per cercare di spiegare alla gente che talvolta non è sufficiente ridurre le quantità di cibo eaumentare l'attività fisica per perdere peso.
"L'obesità è una grave disfunzione del metabolismo, che può portare al decesso esattamente come l'anoressia", spiega la ragazza, che lancia un appello affinché a chi è costretto a vivere in questa condizione abbia le stesse possibilità delle altre persone.