Il 19 ottobre, la Camera ha approvato il Disegno di Legge sulle telecamere nelle case di cura e negli asili di infanzia. Di fatto, il DL ammette l’utilizzo delle telecamere a circuito chiuso, come deterrente ai fenomeni che tante volte passano nei notiziari, quelli dei maltrattamenti e dei soprusi che maestre ed operatori delle case di riposo per anziani attuano nei confronti degli ospiti delle loro strutture. Ma come funzionerà e cosa prevede il nuovo disegno di Legge?

Solo le strutture che possono permetterselo

Nessun obbligo per le strutture, il DL non prevede l’obbligatorietà dell’utilizzo delle telecamere.

Infatti, saranno le strutture a doversi munire di queste telecamere e ad istallarle completamente a loro spese. Quindi, solo le strutture che possono permetterselo, si doteranno di telecamere a circuito chiuso all’interno degli immobili. Il Disegno di Legge adesso seguirà il suo iter, andrà in Senato, quindi per il momento siamo solo all’inizio di quello che sarà un duro ed aspro percorso per questa autentica novità normativa italiana. Problemi di privacy e limiti nell’utilizzo delle immagini, ne mineranno sicuramente la velocità di approvazione. Resta il fatto che il Disegno di Legge è arrivato finalmente nelle aule parlamentari, frutto com’è di diverse proposte di Legge simili, presentate nei mesi scorsi sia da maggioranza che dalle opposizioni.

Istallazione e funzionamento

Ripetiamo, siamo ancora all’inizio, perché la struttura dell’iter sarà tutta da verificare, soprattutto con i dubbi relativi alla privacy. Il problema è chi potrà visionare i video delle telecamere, perché proprio per eliminare problemi di privacy, le immagini saranno visionabili solo dal Pubblico Ministero competente.

Nessun genitore potrà vedere le immagini, proprio per tutelare il principio. L’istallazione poi dovrebbe essere doppia, una nella struttura ed una in un'altra sede che provvederà alla raccolta. Le immagini saranno utilizzate per confermare, provare o eliminare dubbi circa comportamenti illeciti e maltrattamenti nei confronti di minori ed anziani.

Nessuno visionerà le immagini raccolte senza che ce ne sia motivo, quindi senza denunce. Inoltre, le immagini non saranno, per così dire, “televisive”, ma avranno censura e cifrature tali da perseverare nell’obiettivo di tutelare la privacy, prima di tutto dei soggetti deboli.

Altri problemi riguardano la Convenzione Onu sui diritti delle persone affette da disabilità e per questo, nelle strutture a loro dedicate, l’installazione sarà solo dopo il consenso dei diretti interessati. In linea di massima, sempre con tutti i dubbi che accompagnano un provvedimento ancora in fase di elaborazione, le telecamere dovranno passare sempre tramite accordi con le rappresentanze sindacali. Resta anche scontato il fatto che la presenza degli strumenti video deve essere segnalata a chiunque abbia accesso ai locali.

Nel Disegno di Legge c’è anche il limite temporale del provvedimento che chiede al garante della privacy di dare parere favorevole entro 60 giorni dall’eventuale approvazione della Legge. Il DL inoltre conferisce al Governo delega ad emanare un decreto che stabilisca le modalità di valutazione psico-attitudinale delle maestre e degli operatori, sia prima dell’immissione a ruolo che durante gli anni di servizio. Questo sempre per verificare se coloro che si devono occupare dei nostri figli o anziani, oppure di soggetti disabili, siano nelle condizioni di poter svolgere la mansione.