Dopo le tensioni e le violente rivolte dei mesi scorsi esplode nuovamente il caos nell'isola greca di lesbo, dove le autorità greche hanno accolto circa seimila migranti. Un nutrito gruppo di richiedenti asilo, soprattutto cittadini bengalesi e pakistani, hanno assaltato il centro d'accoglienza che l'UE ha allestito a Moria: i manifestanti hanno acceso dei roghi per chiedere che le richieste di asilo politico siano analizzate in tempi più brevi.

E' stato necessario l'intervento della polizia per placare gli animi ed evitare che la situazione degenerasse.

La situazione nell'isola greca di Lesbo

La situazione nell'isola di Lesbo è molto tesa e alcuni giorni fa il governo Tsipras ha approvato un documento che evidenzia la necessità di alleggerire la situazione riducendo il numero dei migranti accolti a Lesbo. Il governo greco ha affrontato la situazione dell'isola due settimane fa, aprendo un tavolo per discutere specificamente le sorti di Lesbo, dal quale è emersa anche la volontà di ristrutturare i locali destinati all'accoglienza dei migranti e velocizzare le procedure per valutare il possesso dei requisiti per ottenere lo status di rifugiato.

Proprio quest'ultimo aspetto è alla base delle proteste di questi giorni: come noto, questi tipi di procedure non sono mai celeri, anche nel nostro paese, ma l'elevato numero di migranti presenti sull'isola ha ulteriormente rallentato i passaggi. I richiedenti asilo sono, quindi, costretti a restare "parcheggiati" sull'isola senza poter lavorare o fare altro, accolti in strutture che necessitano di essere ammodernate ed in camerate molto affollate.

Il governo greco risarcirà l'isola di Lesbo

L'amministrazione comunale di Moria, sull'isola di Lesbo - che qualcuno definisce la "Lampedusa greca" - riceverà dal governo Tsipras finanziamenti extra a titolo di risarcimento per i danni provocati dalla massiccia presenza di richiedenti asilo, che vanno oltre la capienza stabilita per le strutture d'accoglienza. I centri presenti sull'isola complessivamente non dovrebbero ospitare più di 3.500 persone, ma il numero, per lunghi periodi, è stato decisamente più alto, e attualmente sfiora le 6 mila unità.