Sono passati 41 anni da quella tragica notte tra il primo e il due novembre in cui lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini perse la vita all'Idroscalo di Ostia; ufficialmente pestato a morte da Pino Pelosi, unico condannato per l'omicidio, ma in realtà il delitto ha sempre presentato diversi lati oscuri che si trascinano ancora oggi tra teorie complottiste e congetture. Al punto che adesso i parenti di Pasolini, rappresentati dall'avvocato Stefano Maccioni, hanno presentato un'istanza per la riapertura del caso alla Procura di Roma. Il legale ha fatto presente come, in base ad una ricostruzione della genetista Marina Baldi, quella notte oltre a Pasolini e a Pelosi ci fosse anche una terza persona o, addirittura, un vero e proprio branco: "Siamo anche riusciti ad isolare il profilo genetico del terzo elemento".

Le nuove ipotesi

Riprendendo quanto sostenuto dal Ris, la Baldi, nella sua relazione, sostiene che "sul reperto 7, cioè la maglia di lana a maniche lunghe, ci sono altri due Dna, di cui uno mischiato parzialmente a quello di Pasolini - c'è scritto - inoltre, è stato riscontrato anche su altri reperti (slip neri, fazzolettino, maglietta a maniche corte, giubbino rosso e scarpe marroni) ma quello appartenente ad un terzo soggetto è il più interessante, in quanto è un profilo singolo estrapolato verosimilmente da una traccia ematica". Insomma, qualcuno che è venuto a contatto con Pasolini era sicuramente ferito, e di una ferita fresca perchè perdeva sangue; quindi il legale Maccioni chiede alla Procura di provare ad identificare soprattutto il terzo soggetto, oltre che il Dna degli altri due mancanti, magari restringendo il campo di ricerche con quella che viene chiamata "Next Generation Sequencing", una nuova tecnica che permette l'associazione di alcuni particolari genetici con altrettante caratteristiche fisiche come i tratti somatici, i capelli o la pelle, e indagando negli ambienti della criminalità romana dell'epoca, soprattutto considerando quelli che sarebbero poi gravitati nell'orbita della Banda della Magliana.

Quest'ultimo dettaglio è suggerito per due motivi: il primo riguarda una foto investigativa che ritrae il corpo martoriato di Pasolini circondato da una folla in cui sarebbero stati riconosciuti i volti di Maurizio Abbatino e di altri soggetti che, di lì a qualche anno, avrebbero formato la famigerata Banda; il secondo si incentra invece sulla figura del professor Aldo Semerari, criminologo e psichiatra all'epoca consulente psicologico di Pelosi, che negli ultimi quarant'anni ricoprì il ruolo di intermediario tra ambienti della criminalità organizzata, frange della destra estrema e sezioni deviate degli apparati di sicurezza, il cui nome compare spesso anche nelle indagini per Mafia Capitale.