Il contatore che appare sul sito ufficiale del giubileo segnala più di 20 milioni di presenze a Roma in occasione della celebrazione del Giubileo della Misericordia. Numero forse esagerato perché i romani non sembrano essersene accorti. Quasi nessuno degli interventi urbanistici previsti ha, infatti, visto la luce, oppure è stato talmente ridotto da non incidere sulla percezione dei cittadini. Le celebrazioni liturgiche sono andate quasi sempre semi deserte, con la sola eccezione della cerimonia di traslazione del corpo di Padre Pio. La giunta di Ignazio Marino aveva stanziato 50 mln di euro, 150 ne aveva promessi il governo Renzi, ma nelle casse del Campidoglio ne sono arrivati solo 95,5.

Il commissariamento del Comune nella persona di Francesco Paolo Tronca, poi, non ha inciso minimamente. Federalberghi Roma denuncia il flop del numero di pellegrini nelle strutture ricettive per colpa di “terrorismo, degrado e sporcizia”. E su tutto aleggia il solito sospetto di corruzione e gare truccate come nel caso dei recenti arresti all’Ospedale San Camillo.

La denuncia di Federalberghi

Il coordinatore vaticano per l’Anno Santo, monsignor Rino Fisichella, forte dei numeri da capogiro forniti dal sito ufficiale del Giubileo (più di 20 milioni, considerando però il totale dei passaggi sotto la Porta Santa e non i singoli turisti), dichiara che le celebrazioni sono state “tutt’altro che un flop”.

Tesi che va a scontrarsi frontalmente con quanto comunicato da Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. “È come se il giubileo non ci fosse mai stato - si lamenta Roscioli – credo che nessuno se ne sia nemmeno accorto”. Parole che fanno il paio con il timore degli albergatori capitolini di non raggiungere nemmeno la ‘normale’ cifra di 14 milioni di visitatori annui della Città Eterna.

Storia di un disastro annunciato

Era l’agosto del 2015 quando il sindaco del Pd Ignazio Marino, poi sfiduciato dal suo stesso partito, decideva di stanziare 50 mln di euro per finanziare 32 progetti di riqualificazione di strade e servizi per cittadinanza e pellegrini. Quei milioni, alla fine, si sono ridotti a 43 e molti cantieri non hanno nemmeno aperto.

È il caso della pavimentazione di Lungotevere e piazza Venezia, oppure del rifacimento di piazza Vittorio. Anche la Regione, col presidente Luca Zingaretti, ha messo sul piatto 500mila euro per trasformare in un ostello da 140 posti letto due padiglioni fatiscenti dell’ex Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà. Risultato: lavori terminati, ma apertura bloccata dalla burocrazia.

Ai finanziatori giubilari si deve aggiungere anche il governo Renzi che il 6 aprile 2016 ha tirato fuori 95,5 mln (meno dei 150 promessi) utilizzati in gran parte, però, per illuminare la città con lampade al led. Se a tutto questo si somma il sospetto di corruzione negli appalti, il disastro Giubileo è servito.

Il 3 novembre scorso la procura capitolina ha emesso dieci ordinanze di custodia cautelare per corruzione e falso in atto pubblico in relazione ai lavori svolti all’Ospedale San Camillo con i soldi ‘santi’.