Il mondo del calcio si stringe intorno al Chapecoense, club i cui giocatori sono in gran parte deceduti nell'incidente aereo che è avvenuto ieri sera in Colombia: una tragedia che ricorda la nostra Superga e nella quale sono morte 75 persone. Partito dall’aeroporto internazionale di San Paolo, in Brasile, il volo di linea era diretto a Medellin dove il club di Chapeco avrebbe dovuto giocare la finale di Copa Sudamericana contro l'Atletico Nacional di Medellin. Tra le 81 persone a bordo del velivolo (72 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio) solo 6 superstiti: tre calciatori della squadra, ovvero il portiere di riserva Follmann e i difensori Ruschel e Neto, un giornalista e due membri dell’equipaggio.

Atletico Nacional: assegnare la Copa Sudamericana alla ‘Chape’

In questo ore è arrivata la notizia, non ancora ufficiale ma data come certa, della nobile iniziativa da parte dell’Atletico Nacional Medellin, il club colombiano che doveva essere il rivale nella finale di Copa Sudamericana: dirigenza e giocatori colombiani in toto avrebbero infatti chiesto alla Conmebol di assegnare la coppa alla Chapecoense; un atto lodevole in memoria dei defunti e all’impresa che avevano compiuto arrivando al capitolo finale del torneo.

Nella rosa della Chapecoense faceva parte anche Filipe Machado, atleta che aveva 32 e nella stagione 2009 ha militato nella nostra Serie B con la maglia della Salernitana, mentre Claudio Winck, anche lui con un fugace trascorso in Italia, nel Verona, non era sul volo in quanto escluso per scelta tecnica dall’allenatore Caio Junior: una decisione che gli ha salvato al vita.

In una squadra senza big, dove con oculatezza si stavano raggiungendo risultati importanti, il giocatore più noto era l’ex Atletico Madrid Cleber Santana.

L'ascesa della Chapecoense

Con sede nella città di Chapeco, sud del Brasile, la ‘Chape’, come viene comunemente chiamata in Sud America, è un club giovane fondato il 10 maggio 1973 tra la fusione di due società calcistiche: l'Atletico Chapecoense e l'Independente.

Solo fino a sette anni fa la squadra biancoverde militava nella quarta serie brasiliana, nel 2014 l’esordio in prima divisione con il secondo posto alle spalle del Palmeiras: una scalata verticale impressionante per la compagine di Chapeco, che nella finale di Copa Sudamericana (equivalente della nostra Europa League) avrebbe giocato la gara più importante della propria storia: un sogno tragicamente interrotto dallo schianto del British Aerospace 146.