Dopo gli attentati che sabato sera hanno nuovamente insanguinato Istanbul, la repressione durissima del Presidente Erdogan si sta abbattendo sul partito filo curdo HDP che viene accusato di essere solamente una copertura per l'organizzazione terroristica PKK.

A compiere materialmente gli attacchi sarebbero stati i membri di un'ala radicale del PKK che viene denominata Aquile curde della libertà, già in passato tristemente famosi per le loro azioni particolarmente violente che hanno coinvolto molti civili innocenti che avevano la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Gli attacchi

Sabato sera nella zona vicina allo stadio della squadra di calcio del Besiktas ad Istanbul alcuni ordigni artigianali sono esplosi in mezzo alla folla che a quell'ora era composta soprattutto da famiglie e gruppi di amici che stavano andando a cena nei tanti locali in prossimità dell'impianto sportivo.

La situazione è parsa subito gravissima e i testimoni oculari dell'accaduto hanno riferito di avere visto numerosi corpi senza vita dilaniati dall'esplosione che giacevano a terra e tanta gente che gridava e correva in preda al panico in attesa dei soccorsi. Il bilancio per ora è di 44 vittime ma alcuni feriti sono molto gravi nelle strutture mediche di Istanbul e si teme che possano ingrossare il numero di coloro che hanno perso la vita.

La repressione

Il Presidente turco Erdogan appena ha saputo quello che era successo si è recato sul luogo della strage e ha voluto personalmente parlare con alcuni sopravvissuti che venivano medicati nei presidi sanitari di emergenza allestiti vicino al cratere delle esplosioni e sulle ambulanze.

Il Presidente ha promesso che i responsabili di questa tragedia la pagheranno cara e che saranno puniti molto severamente: questa mattina tutte le sedi del partito curdo HDP sono state perquisite dalle forze di sicurezza e 118 membri del partito sono stati arrestati.

Secondo Erdogan il partito HDP è da sempre in combutta con il PKK ed quindi da considerare a tutti gli effetti come una organizzazione terroristica. Anche 10 deputati, tra cui i capi del partito, sono stati portati in carcere.

Erdogan contro la minoranza curda

Dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso la vita dei curdi in Turchia è diventata quasi impossibile tra perquisizioni a sorpresa a tutte le ore del giorno e della notte, arresti di massa e quasi totale privazione della libertà di pensiero e di parola.

La lingua curda è stata vietata e tutte le tradizione tipiche di questo popolo sono state considerate illegali: il vero obiettivo di Erdogan è sempre stato quello di impedire con ogni mezzo la nascita di una entità statale curda autonoma dal governo di Ankara.