Nella mattinata del 27 febbraio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con il supporto della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito un provvedimento cautelare che ha coinvolto 22 persone accusate di gravi reati. Tra i 34 indagati figura anche un poliziotto. L’operazione ha colpito il clan mafioso dei Gaglianesi, attivo nel capoluogo calabrese e con ramificazioni in Lombardia. I reati contestati vanno dall’usura alle estorsioni, fino alle tentate rapine.
Catanzaro, il clan dei Gaglianesi e le sue attività criminali
L’indagine, condotta dai Carabinieri con il coordinamento della DDA di Catanzaro, ha messo in luce l’operatività del clan dei “Gaglianesi”, attivo fin dal 2014.
Il gruppo criminale, sotto l’influenza delle 'ndrine di Isola di Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro nel territorio crotonese, si è reso responsabile di una serie di reati gravi. Gli investigatori hanno ricostruito episodi di estorsioni ai danni di imprenditori, con l’imposizione di tangenti e l’utilizzo di ditte compiacenti. È emerso anche il coinvolgimento del clan in usura e truffe ai danni di aziende nazionali, con un giro d'affari che supera i 400.000 euro. Le attività del clan si estendevano anche ad altri crimini, tra cui il furto di auto e atti di violenza fisica per il controllo del territorio.
Le misure cautelari e i sequestri
Nel corso dell’operazione, denominata "Clean Money", sono state disposte misure cautelari nei confronti di 22 persone: 12 sono finite in carcere, mentre 10 sono state poste agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
L’indagine dei Carabinieri ha portato anche a un vasto sequestro preventivo. Sono stati sequestrati 12 esercizi commerciali intestati fittiziamente al clan e una struttura utilizzata per gli incontri tra i membri del sodalizio. Inoltre, sono stati sequestrati beni per un totale di 138.000 euro, appartenenti a cinque degli indagati accusati dei reati di estorsione e usura.
Il supporto logistico alle rapine e il tentato colpo alla banca
L’inchiesta ha anche rivelato il coinvolgimento del clan in crimini di più ampio respiro, come le rapine. In particolare, è stata ricostruita una tentata rapina ai danni di una banca della città di Catanzaro, oltre al supporto logistico fornito dal clan in occasione di un colpo riuscito nel 2016, quando una banda armata utilizzò un mezzo cingolato per sfondare il caveau della Sicurtransport, impossessandosi di circa 8,5 milioni di euro. L’operazione ha messo a nudo l’organizzazione criminale e ha inflitto un duro colpo al clan dei "Gaglianesi", ma il processo è ancora nelle fasi preliminari.