La casa di Isabella Biagini è andata a fuoco. Nell'appartamento dell'attrice, sito a Roma in via Nomentana 525 al secondo piano, è divampato un incendio dalle cause non ancora precisate. Domani, 15 dicembre, la Biagini avrebbe dovuto lasciare la sua casa a causa di uno sfratto, le sue utenze erano già state staccate e pare che l'attrice si stesse riscaldando con una stufetta e proprio questa ultima avrebbe dato il via al rogo.

L'attrice ferita

Sul luogo sono accorsi cinque mezzi dei vigili del fuoco che hanno provveduto a far evacuare l'intero stabile e aiutato alcuni anziani a lasciare la loro casa insieme al loro cagnolino.

Sono giunte anche delle ambulanze che si sono adoperate per soccorrere i due feriti, uno dei quali era proprio la Biagini, che è stata trasportata al Pronto Soccorso dell'Ospedale Pertini.

L'attrice è stata più volte ospite di Barbara D'Urso nel suo programma domenicale e, con i suoi interventi, aveva portato a conoscenza del pubblico la sua precaria condizione economica e di salute. Aveva denunciato il fatto di avere avuto uno sfratto esecutivo per non aver potuto pagare l'affitto e aveva anche detto di avere in corso una polmonite. La Biagini aveva addossato la colpa dello sfratto, che avrebbe dovuto avvenire domani, al fratellastro Luigi con cui aveva una vertenza da molto tempo. Il fratellastro, secondo lei, l'avrebbe truffata inventando l'esistenza di una villa con piscina dove lei avrebbe dovuto trasferirsi, lasciando libera la casa ove abita tutt'ora.

La morte della figlia

Isabella Biagini non si è più ripresa dalla morte della amatissima figlia Monica, scomparsa per un male incurabile nel 1999. In seguito a questo terribile dolore ha lasciato il lavoro teatrale e televisivo ed ha vissuto momenti di grande disagio economico, circondata solo dagli animali, amici fidati che le stavano accanto senza condizioni.

Molto nota negli anni 70, la Biagini era una attrice-imitatrice di grande successo, fu la prima imitatrice donna, grandiosa nel fare Mina. Partecipò a diversi varietà televisivi della Rai, tra i più noti la commedia musicale "Non cantare, spara" (1968), con il Quartetto Cetra e "Bambole, non c'è una lira" (1978). La sua bellezza era prorompente, una maggiorata (quando le maggiorate non andavano ancora di moda) con il fascino nostrano delle donne italiane.