La notizia è ormai apparsa su ogni tipo di fonte d'informazione,Alessandro alfano è stato assunto in Poste non rispettando la normale procedura. Si parla di oltre mezzo milione di euro che la Corte dei Conti chiederà ai responsabili della società pubblica, con la nullità del contratto che lo stesso ha firmato nel 2013. La Guardia di Finanza starebbe conducendo l'inchiesta approfondendo una serie di documenti che presentano una elenco corposo di anomalie. Postecom che ha assunto il 'piccolo' Alfano non ha sottoposto lo stesso ad un colloquio conoscitivo e non ha attivato la classica procedura comparativa per la convalida del posto in oggetto.
I punti interrogativi sono tanti e da nessuna parte si trovano riscontri con il nome dell'Alfano jr in contatto con Postecom, sembra proprio che la nomina sia una manna caduta dal cielo. Lo stesso non è mai stato mai fra i candidati iniziali di Poste, nemmeno su Linkedin c'è traccia della sua candidatura. Dopo l'assunzione dello stesso il 30 settembre del 2013, Poste aveva controllato l'iter della correttezza ma non è andata mai ad approfondire la vicenda nonostante risultassero numerose “note di criticità”. Dopo la tentata verifica Alfano è stato assunto da Poste Tributi, con un aumento di stipendio da 160 a 180 mila euro lordi l'anno. Nel 2016 Alfano è stato inserito nella controllante Poste, prendendo l'incarico di responsabile a Palermo.
Ecco lo strano caso dell'assunzione di Alfano jr. alle Poste
La somma di tutti gli anni di stipendio percepiti da Alfano sarebbe dunque un danno erariale, visto la dubbia provenienza del contratto stipulato con Postecom Poste Tributi e Poste Italiane. Se fosse confermato il danno limitato a Postecom, la cifra da restituire invece potrebbe essere vicina ai 260 mila euro andando un po' a limitare e ridurre la gravità dell'accaduto.
La società avrebbe comunque agito in modo indebito per il reclutamento del personale ed il successivo affidamento dell'incarico in oggetto,non è stata pertanto rispettata nessuna norma di pubblicità e imparzialità secondo la legge in vigore.