Dopo la cometa che ci ha dato il benvenuto nel 2017, la NASA, grazie alla missione Neowise, ha scoperto altri due corpi celesti in rapido avvicinamento alla Terra. Arriveranno il 14 gennaio e il 25 febbraio. Come sempre, quando qualche oggetto si avvicina al nostro pianeta, ci chiediamo: rappresenta una minaccia? Neowise è il proseguimento di una missione avviata nel 2009 con il compito di scandagliare il sistema solare alla ricerca di corpi celesti che potrebbero rappresentare un pericolo per la Terra. Wise (Wide Field Infrared Explorer) è il telescopio che permette questa ricerca.

Ha individuato quasi ventimila asteroidi Neo di medie dimensioni. Neo sta near-Earth object, oggetti che potrebbero entrare in collisione con la Terra. Adesso ce ne sono due che stanno per entrare nel sistema solare. Quello del 14 gennaio sicuramente non desta nessuna preoccupazione: è una semplice cometa e secondo una manager della Nasa, Paul Chodas, potrebbe essere visibile persino con un binocolo. Anche se molto dipenderà dalla brillantezza che avrà quando raggiungerà il punto più interno dell’orbita di Mercurio.

Cometa, asteroide o cosa?

Il secondo oggetto non è stato ancora ben definito. Si presenta come un ibrido. Non è una cometa né un asteroide. Una via di mezzo. Una delle ipotesi è che si tratti una cometa che ha perso coda e polveri.

Comunque, per conoscerlo meglio, bisognerà aspettare il 24 febbraio, quando passerà ad appena 51 milioni di chilometri di distanza dalla Terra (in termini astronomici un piccolo tratto di strada). Questo corpo è stato definito 2016 WF9. Il suo diametro è inferiore ad un chilometro. Durante la sua orbita, che dura 5 anni terrestri, sfiora quella di Giove, percorre la fascia degli asteroidi e passa nelle vicinanze di Marte prima di avvicinarsi alla Terra.

Secondo gli scienziati della Nasa, nessuno dei due dovrebbe rappresentare una minaccia. Salvo "imprevedibili" cambi di direzione. Ma c'è qualcuno che di questo è preoccupato. Secondo la rivista scientifica phys.org, il dottor Robert Szabo e i ricercatori dall’Osservatorio Konkoly, grazie al telescopio spaziale Keplero, pur senza riferimenti allo specifico caso, considerano molto seriamente l’imprevedibilità degli asteroidi, o piccoli corpi cosmici, che entrano nella zona di influenza gravitazionale di Giove.

Anzi il team di Szabo, grazie al Keplero, ha registrato un cambio di direzione degli asteroidi che si trovano nella cintura di asteroidi tra Giove e Marte. Un cambiamento che gli scienziati ungheresi non riescono a spiegarsi ma che potrebbero rappresentare una variabile molto pericolosa per la Terra.

Neo, near-Earth object, corpi letali per la Terra

Sul fronte della Nasa, il telescopio Wise dell’ultima generazione, grazie alla registrazione ad infrarossi ha potuto perfezionale le rilevazioni del suo predecessore che agiva sulla banda di luce visibile. È riuscito a ridimensionare il numero di oggetti Neo da 35.000 a 19.500. Questo è stato possibile grazie agli infrarossi che rilevano il calore di un corpo reale, e non la luce riflessa.

Con questo metodo il telescopio ha individuato il 93% dei corpi celesti più larghi di un chilometro, vale a dire quelli che in caso di impatto avrebbero conseguenze apocalittiche per l’intero pianeta. Secondo, la Nasa, per i prossimi secoli nessuno di essi rappresenta un pericolo concreto per la Terra. Secondo Tim Spahr, direttore del Center for Astrophysics di Cambridge con queste ricerche è stato enormemente ridotto il rischio che possa avvenire un impatto tra un grande asteroide e la Terra prima di poterlo prevedere. Comunque, la ricerca continua perché gli asteroidi compresi dai i cento e mille metri sono esclusi da questo novero e se dovessero schiantarsi sulla Terra lascerebbero sicuramente tangibili segni.