Come in un racconto notturno di Hoffmann, diabolici automi dalle fattezze umane tentano di prendere il sopravvento registrando dati e raccogliendo informazioni direttamente in casa dei malcapitati, spiandone i comportamenti e le abitudini durante le ore più intime, celati nella penombra del sicuro ed accogliente focolare domestico. L'angoscia e le inquietudini splendidamente riassunte dalla letteratura romantica tedesca di inizio ottocento per l'avvento di nuovi e rivoluzionari macchinari in grado di emulare, seppur meccanicamente, la vita creandone dei surrogati, sembrano aver trovato una conferma empirica: una bambola-spia inserita tra i peluches e i giocattoli più innocui.
E proprio in Germania le autorità dell'agenzia federale tedesca per le reti di telecomunicazioni (Bundesnetzagentur) hanno tenacemente raccomandato i rivenditori del presunto oggetto-spia di ritirarlo definitivamente dagli scaffali, avendolo considerato un pericolo per la privacy e la sicurezza dei minori. Infatti, sotto le spoglie di Cayla, una bimba bionda e alla moda, dal visino innocente, tipica bambola per bambine, sembra nascondersi un piccolo microfono dotato di dispositivo Bluetooth, collegabile con qualsiasi smartphone nel raggio di 10 metri, che non è stato giudicato sicuro dall'ente federale tedesco; stando alle parole degli esponenti dell'agenzia, qualsiasi estraneo potrebbe ascoltare tutto ciò che viene detto dai bambini che vi interagiscono e addirittura entrare in contatto con loro attraverso delle domande.
L'automa Cayla, infatti, mediante una specifica applicazione può facilmente collegarsi ad internet e avere a disposizione un intero inventario variopinto di domande da poter somministrare ai suoi interlocutori, domande di natura personale come il nome del bambino, dei genitori, la scuola che frequenta ed altri tipi di dati simili.
Il consiglio dato dall'agenzia alle famiglie tedesche che hanno malauguratamente acquistato il giocattolo rimane quello di renderlo inoffensivo solo attraverso la privazione delle batterie. Uno dei suoi portavoce ha definitivamente asserito, su di un quotidiano tedesco, che la bambola occultava un ''sistema nascosto di trasmissione'' espressamente vietato dalla legge.
Al 2015 risalgono le prime segnalazioni sulle anomalie del prodotto
Gli ideatori e produttori del presunto strumento di spionaggio appartengono alla compagnia Genesis Toys che appena l'anno scorso era stata citata in giudizio di fronte alla Free Trade Commission da un gruppo di consumatori americani. Le accuse parlavano di una raccolta illecita di informazioni che sarebbero poi confluite nelle mani di una società di nome Nuance Communications, autrice tra l'altro dell'app necessaria per il collegamento di Cayla ad internet. Già nel 2015 vi erano state molte segnalazioni riguardanti un cattivo ed anomalo funzionamento del giocattolo, e la Vivid Toy, società di distribuzione del prodotto, all'epoca aveva promesso di aggiornare il software per renderlo più sicuro dagli attacchi esterni, sottolineando però che i presunti attacchi registrati erano stati opera di specialisti e quindi da considerarsi casi isolati di hacker specializzati.
''Alcune ricerche mostrano che collegando un cellulare alla bambola attraverso l'insicura connessione Bluetooth e chiamando quel telefono con un secondo cellulare, si riesce sia a parlare sia ad ascoltare le conversazioni raccolte da My Friend Cayla e i-Que'', questo si legge nel ricorso alla Free Trade Commission, aggiungendo la preoccupazione anche per il nuovo giocattolo della Genesis chiamato i-Que, questa volta realizzato per i maschietti.