E' accaduto cinque mesi fa, ma le autorità portoghesi hanno pensato di farlo sapere soltanto adesso: Filippo Antonio De Cristofaro, il famigerato killer del catamarano, è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare lo scorso 15 ottobre. L'uomo era stato arrestato in Portogallo nel maggio 2016, dopo una lunga fuga durata due anni a seguito della rocambolesca evasione dal carcere di Porto Azzurro all'Isola d'Elba, dove stava scontando la pena dell'ergastolo per l'omicidio della skipper pesarese Annarita Curina, commesso nel 1988 e che ebbe un enorme peso sulle cronache nazionali per la crudeltà e il movente.

Da ottobre, quindi, De Cristofaro è di nuovo uccel di bosco e per l'Italia è l'ennesima beffa concernente un connazionale evaso o detenuto in un altro Paese. L'uomo era stato arrestato nel 2016 dopo la sua evasione; per due anni, gli inquirenti lo avevano seguito per mezza Europa grazie ad un indirizzo Skype che aveva creato. Al momento dell'arresto, aveva addosso quattro cellulari, 5.900 euro in contanti, diversi documenti falsi, un passaporto e due patenti, una di guida e l'altra nautica.

Il delitto del catamarano

Subito dopo il suo arresto nel maggio scorso, erano iniziati i problemi: nonostante su di lui pendesse un mandato di cattura europeo, il Portogallo aveva chiesto chiarimenti al riguardo, dato che nel Paese non è prevista la reclusione a vita.

Nonostante la risposta della Procura italiana, che assicurava come neppure da noi si possa soggiornare in carcere per più di trent'anni, le autorità portoghesi avevano fatto seguire un lungo ed inspiegabile silenzio. Poi, in questi giorni è giunta la notizia della sua scarcerazione per decorrenza dei termini e la sua scomparsa.

Il delitto del catamarano si consumò nel 1988: De Cristofaro, all'epoca trentenne e insegnante di danza, uccise a colpi di machete la skipper Annarita Curina con la complicità della sua amante olandese Diana Beyer, di appena 17 anni. Il motivo fu banalissimo e scioccante al tempo stesso: i due volevano impossessarsi del catamarano della Curina per fuggire in Polinesia.

Il cadavere della donna fu gettato in mare, dove fu poi recuperato da alcuni pescatori. La fuga di De Cristofaro e Beyer terminò in Tunisia: lei scontò 15 mesi di carcere per poi essere affidata ai servizi sociali e rimpatriata in Olanda, dove si è rifatta una vita, lui fu condannato all'ergastolo. Nel 2007 era evaso una prima volta, ma fu quasi subito riacciuffato.