Il timore di poter dare una risposta convincente contribuisce a nascondere una probabile verità eclatante: come mai tra la fine degli anni ottanta ed i primi del decennio successivo, risultano scomparse - ufficialmente affondate per varie circostanze - ben 90 navi il cui carico si sospetta fosse costituito, per alcune di esse, da rifiuti tossici o radioattivi?
Declassificati sessantuno documenti rimasti segreti per anni
Questa la domanda che emerge dopo la declassificazione di ben 61 documenti ottenuta dal DIS (dipartimento delle informazioni per la sicurezza della repubblica) su richiesta della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Alessandro Bratti.
Tra questi, spunta un elenco di 90 navi disperse nel Mediterraneo: il Sismi fornisce le informazioni: le rotte seguite, il carico, i motivi degli affondamenti. L'atto è del 5 settembre 1995 ed è indirizzato alla presidenza del Consiglio dei Ministri oltre che al ministero della Difesa ed al Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza). Domanda: perchè un elenco di navi affondate è stato segretato?
La commissione è in cerca di riscontri
La stessa domanda devono esserla posta nella commissione parlamentare. Infatti, questo come gli altri documenti, sono vagliati in comparazione con atti d'inchieste giudiziarie, dichiarazioni di pentiti, ulteriori riscontri con altra documentazione.
Del resto, l'allora sostituto procuratore della repubblica di Reggio Calabria, Francesco Neri, oggi dichiara che di elenchi concernenti navi affondate ne circolavano più d'uno e cita esplicitamente un documento contenente un elenco più ampio: 131 navi.
La strana morte del capitano De Grazia nel 1995
Tra il 12 ed il 13 dicembre del 1995, il capitano di corvetta Natale De Grazia si ferma presso un autogrill a pochi chilometri da Salerno. Ma chi è De Grazia? Si tratta di un componente del pool investigativo che lavorava con la procura di Reggio Calabria proprio sull'indagine attinente le cosiddette "navi dei veleni". Si stava recando a La Spezia e quindi a Genova per risalire alle vicende che riguardavano una nave, la "Rosso", spiaggiatasi il 14 dicembre 1990 sulla costa della cittadina di Amantea (Cosenza).
Ebbene, De Grazia consuma qualcosa, poi rientra in macchina e dopo alcuni minuti si sente male: infarto fulminante il referto. Ma la circostanza si presta a molti sospetti. Peraltro, a parte le giustificazioni formali, sulla vicenda della nave poi ribattezzata "Jolly Rosso" tutto accade in fretta. Il carico rapidamente sepolto in discariche comunali. La nave rapidamente smantellata. Analisi sulla radioattività? Nessuna. Inchiesta chiusa con insolita velocità.
Nell'elenco anche le navi su cui indagava De Grazia
A quanto risulta, in quest'elenco di 90 navi - ma è chiaro che potrebbero essere di più - ci sono anche quelle su cui indagava il capitano De Grazia. Cosa aveva scoperto? Come mai dopo la sua morte le indagini si arenano?
Perchè sul caso della "Jolly Rosso" ci sono così tante zone d'ombra? E le quattro navi che Greenpeace in un rapporto che risale al 1989 segnalava come cariche di rifiuti tossici, sono anch'esse in quest'elenco? Certamente, tra quelle, era segnalata anche la "Jolly Rosso". La vicenda diventa sempre più intricata e include anche un altro mistero: la morte violenta di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avvenuta nel 1994 a Mogadiscio. Stavano indagando sul traffico d'armi oppure sul traffico di scorie radioattive? Del resto, sempre tra le carte desegretate compare un'altra informativa del Sismi trasmessa sia alla presidenza del Consiglio dei Ministri che al Ministro degli Esteri nel 2003: nella nota si fa esplicito riferimento ad un intenso traffico di rifiuti tossici attivo durante gli anni novanta e che riguarda la Somalia.
Troppe coincidenze. Tanti i sospetti. Se la verità fosse quella temuta, il rischio di divulgarla sarebbe enorme sia per le istituzioni che per la 'ndrangheta: perchè quest'ultima non può essere estranea alle vicende.