“Negli ultimi 20 giorni sono morti di tumore otto bambini”, la loro unica colpa era di abitare nella Terra dei fuochi. La straziante denuncia proviene dalle mamme aderenti al “Comitato vittime della Terra dei fuochi” che non hanno perso l’occasione per manifestare, ancora una volta, la propria disperazione. Un inesorabile atto d’accusa per chi sta facendo troppo poco per queste aree martoriate.

Si sono riunite, il 6 febbraio, davanti alla Prefettura di Napoli, in piazza del Plebiscito, mentre era in corso una riunione su Bagnoli con il ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.

Il sit-in di protesta è stato organizzato per richiamare una maggiore attenzione, da parte delle istituzioni, sulle tragiche condizioni in cui versa l’area compresa tra Napoli e Caserta, distrutta da roghi e rifiuti tossici.

Lo sfogo di una di queste giovani madri riassume la gravità della situazione: ha una figlia che combatte da due anni contro un cancro al cervello e si chiede come si fa a pensare che possa non esistere un legame tra queste malattie e le sostanze tossiche che avvelenano il territorio. E allora: “Dove sono le istituzioni? Quando partiranno le bonifiche?

La strage degli innocenti

Nel frattempo la strage degli innocenti continua. I bambini morti in quest’ultimo mese avevano un’età compresa tra 7 mesi e 11 anni.

E le mamme sono disperate: “Questi bambini non riposeranno mai in pace, perché per loro non c’è giustizia”. Del resto, che sia allarmante la situazione epidemiologica nell’area relativa ai 55 comuni della Terra dei fuochi è stato confermato dall’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità.

Nella parte riguardante lo smaltimento illegale dei rifiuti, il cosiddetto “studio Sentieri”, l’Iss scrive che si registra un incremento significativo del numero di bambini ricoverati nel primo anno di vita per forme tumorali varie.

Mentre per le patologie oncologiche del sistema nervoso centrale la fascia di età è più ampia: tra 0 e 14 anni.

In pratica, l’Istituto superiore di sanità traduce in cifre quello che è già noto nei fatti: nella cosiddetta Terra dei fuochi esiste, ma non è una sorpresa, un’emergenza bambini.

Braccialetti rossi

Bambini come i “fidanzatini del Santobono”, la cui drammatica e commovente storia fu riportata, qualche tempo fa, sulla sua pagina Facebook, da don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano sempre a fianco di coloro che combattono per i “diritti” ambientali.

Una storia che sembra tratta della nota fiction televisiva Braccialetti rossi. Protagonisti di un amore innocente, “due angeli allegri, sorridenti e vivaci”: Giulio e Sara.

Essersi incontrati in una corsia d’ospedale invece che in un parco giochi non aveva impedito la loro favola: sorridevano anche “quando i loro capelli cadevano e i loro corpi si trasformavano per via delle chemioterapie”. Il legame cresceva nonostante il mostro che avanzava. Giulio aveva regalato alla piccola Sara un anellino promettendogli un futuro felice e lontano da quei letti d’ospedale.

Una promessa che non ha potuto rispettare perché è morto due giorni prima di Sara. I “fidanzatini del Santobono”, Giulio e Sara, avevano 5 e 6 anni quando sono morti. A poche ore di distanza.