Che il carcere duro possa radicalmente cambiare la vita ed il percorso spirituale di una persona è cosa risaputa. Sono tanti i casi di uomini che si sono pentiti durante la loro lunga detenzione. Un caso invece singolare è successo ad un boss salentino, ex capo del clan dei mesagnesi, che deve scontare trent'anni di carcere per vari reati, tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina, furto, ecc. L'uomo si è convertito alla fede musulmana ed ha ammesso agli agenti penitenziari di essere diventato "ormai un'altra persona". Insomma, è passato dall'affiliazione alla Sacra corona unita all'accettazione dei valori della fede musulmana.
I suoi trascorsi, la sua proverbiale efferatezza è solo un ricordo ormai lontano, al posto di quell'uomo c'è un fedele servitore della preghiera che vuole conoscere tutti i passi del Corano, tanto da affermare che "da quando mi sono convertito all’Islam sto meglio perché questa religione non è quella che si vede in tv". Il percorso di accostamento dell'ex boss all'Islam sarebbe iniziato nel carcere di Trapani e la sua definitiva conversione ebbe luogo nell'istituto di San Gimignano, quando conobbe un detenuto marocchino di fede musulmana.
In Italia ci sono 13.500 detenuti di fede musulmana
Nel nostro paese, secondo la più recente statistica, sono quasi 13.500 i detenuti di fede musulmana che scontano una pena nelle carceri italiane.
Di questi, quasi 9.000 sono osservanti. Altri dati, aggiornati al 15 gennaio 2015, parlano di 5.786 detenuti di fede musulmana. Con questi numeri diventa complicato gestire il rituale della preghiera, ed infatti, solo 52 istituti penitenziari si sono attrezzati adeguatamente con sale trasformate in moschee, sui 202 censiti.
Tornando all’ex capo dei mesagnesi, è rilevante sottolineare che dalle testimonianze avute dal personale del carcere emerga un profilo caratteriale completamente diverso da come veniva descritto durante la sua latitanza. Addirittura, gli atti del processo parlano di una persona spavalda, tanto da reagire con una sdegnosa risata al verdetto di condanna per 30 anni.
Quell'uomo oggi, in carcere, si è trasformato in una persona corretta, distaccata e molto riservata.
La sua vicenda rientra fra i tredici casi di detenuti italiani che nel periodo di detenzione si sono convertiti all'Islam. L'elenco diramato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria parla infatti di 12 uomini ed una donna, ma quello che viene evidenziato è il rischio di radicalizzazione del fenomeno islamico. Tale elenco descrive minuziosamente i passaggi della divulgazione delle fede musulmana, attraverso una fitta rete gestita da detenuti stranieri che, autonomamente, si attribuiscono il ruolo di guida spirituale, di “imam”. In questa rete di conversione finiscono non solo detenuti extracomunitari ma anche italiani, come il caso del l’ex boss della Scu.