Secondo la stampa tedesca, un comunicato trasmesso nel marzo 2016 al Ministero dell'Interno della regione Nordreno Vestfalia da parte della polizia federale sarebbe un elemento per suggerire che l'attentato del 19 dicembre scorso ad un mercato di Natale a Berlino, in cui vennero uccise dodici persone tra cui un'italiana, sarebbe potuto essere sventato.

Il rapporto del marzo 2016

Il quotidiano Bild am Sonntag ha riportato lunedì il comunicato, nel quale si legge (tradotto): "stando alle nozioni finora disponibili, è da prevedere che da Anis Amri possa divenire una minaccia terroristica in forma di attentato suicida".

Che l'attentatore Amri fosse stato sotto sorveglianza in precedenza è fatto noto fin dai giorni immediatamente successivi all'attentato; ma la sua categorizzazione come "piccolo criminale" aveva fatto sì che la sorveglianza venisse interrotta a giugno 2016. E' dal rapporto di marzo, però, riporta Deutsche Welle, che emergono delle conversazioni avute da Amri su Telegram, in cui l'uomo avrebbe fatto riferimento a un attentato usando termini in codice. Questo fa concludere che in realtà la minaccia terroristica fosse una possibilità paventata dalle autorità ben nove mesi prima dell'attentato.

Ministri sotto inchiesta

L'espulsione di Amri dalla Germania era già stata suggerita nel corso del 2016 dalla polizia federale, ma era stata resa impossibile, da una parte, dalla mancata collaborazione del suo paese d'origine, la Tunisia, dopo il rifiuto della sua domanda di asilo in Germania; dall'altra dalla non sufficiente gravità dei reati da lui già commessi (principalmente furti).

Il Nordreno Vestfalia (la regione di Düsseldorf) è dove Amri era registrato, ed è dunque a quel dipartimento del Ministero dell'Interno che è giunto il rapporto del marzo 2016. Il ministro del Land, Ralf Jäger, verrà sentito mercoledì da una commissione d'inchiesta per accertare le sue responsabilità, mentre il ministro federale Thomas De Mazière dovrebbe essere già stato ascoltato martedì.

Per Jäger, il rapporto del marzo 2016 non implica una aumentata responsabilità del Ministero dell'Interno nella mancata prevenzione dell'attentato: le notizie pubblicate non sono niente di nuovo, afferma. Fatto è, però, che già molti politici della regione stanno chiedendo le sue dimissioni.