La corte di cassazione federale tedesca sta in questi giorni rivedendo i limiti del famoso blocco imposto nel 2014 ad Airbnb, che prevede che a Berlino non si possano affittare case vacanza salvo in determinate circostanze. Simili regole si applicano ad altre città europee ad alta affluenza turistica, oltre che a New York, la città al mondo con più proprietà sul sito. Ecco una breve guida ad Airbnb a Berlino, Londra e Parigi.
Cosa accade a Berlino
La città di Berlino è cresciuta di 60.000 abitanti nel 2016, un trend esemplificativo degli ultimi anni, in cui la carenza di spazi abitativi da affittare è risultata, di conseguenza, particolarmente forte.
In un contesto in cui gli investimenti dei grandi gruppi di costruzioni vengono fatti principalmente a favore dei futuri proprietari di case e non degli affittuari, e in cui, per contro, la domanda di contratti di affitto è particolarmente alta, è stato necessario per l’amministrazione adottare il rimedio estremo di proibire le case vacanza. La legge in vigore dal 1' Maggio 2014 prevede, infatti, che gli appartamenti destinati all’affitto vengano resi disponibili a contratti a lungo termine, escludendo così di fatto la possibilità che questi vengano messi su siti come Airbnb. Sono previste eccezioni nel caso in cui il proprietario o titolare principale del contratto di affitto metta su Airbnb una stanza di casa propria vivendo allo stesso tempo in un’altra, o nel caso di seconde case di proprietà che si vogliano affittare a turisti mentre si è fuori città.
Il risultato di questa politica, riporta il Berliner Zeitung, è stato il ritorno sul mercato di 4470 appartamenti precedentemente adibiti a case vacanza. Anche grazie all’esistenza di un sito sul quale è possibile denunciare anonimamente chi rompe il divieto, e le multe per gli host irregolari possono arrivare fino a 100.000 Euro.
La situazione a Londra
A Londra è stato introdotto un simile divieto, che prevede che ciascun appartamento in lista su Airbnb non possa venire affittato per più di 90 giorni l’anno. Anche a Londra, come a Berlino e in altre grandi città, il problema è la scarsità di spazi abitativi da affittare a lungo termine e il conseguente soffocamento del mercato immobiliare.
Londra è la terza città al mondo per numero di proprietà su Airbnb, dopo New York e Parigi. Come ha riportato il Guardian, è stato notato che a Londra nel 2015 quasi 5000 degli appartamenti su Airbnb veniva affittato per più di 90 giorni, e ciò ha spinto la stessa azienda a pronunciarsi sulla cosa, incoraggiando i propri host a rispettare le regole.
I problemi di Parigi
A Parigi il limite massimo per affittare proprietà su Airbnb è 120 giorni l’anno. Come ha recentemente riportato il Financial Times, è in corso una battaglia dialettica e normativa tra gli albergatori parigini e l’azienda americana, nella quale i primi sostengono che Airbnb stia distruggendo il loro mercato, e la seconda ribatte che in realtà gran parte degli annunci sul sito sia di proprietari di case che ne affittano una porzione occupandone un’altra.
Un dato che sembrerebbe essere smentito dalla statistica del comune secondo cui 20.000 appartamenti sono stati sottratti al mercato degli affitti da quando Airbnb opera in città. A ciò si aggiungono le lamentele dei residenti che sostengono che le case-vacanza contribuiscano a disturbare la quiete pubblica. Airbnb ha installato sul sito, per tutelarsi, una piattaforma in cui i residenti possono denunciare ospiti rumorosi in appartamenti vicini. Airbnb è un'azienda che viene definita come parte della cosiddetta sharing economy, un concetto di cui si è iniziato a parlare all'indomani della crisi finanziaria del 2008.