Lo scatto di un disabile, fotografato a sua insaputa mentre lavora in un bar e gettato in pasto a un branco di 'simpaticoni' iscritti al gruppo Facebook "Pastorizia never dies", una sorta di estensione virtuale della pagina "Sesso Droga e Pastorizia", sta facendo il giro del web in queste ore. Uno scandalo oltre ogni decenza, accusano alcuni utenti che hanno segnalato il post, al quale sono annessi commenti di un'ironia pressochè impossibile da digerire. La segnalazione del triste episodio da parte di un giovane internauta, immediatamente rilanciata da Selvaggia Lucarelli nel suo profilo Facebook.

La foto della vergogna

Il giovane ragazzo affetto da sindrome di Down sicuramente non sa che la sua immagine è stata buttata nel grande tritatutto pubblico di Pastorizia Never Dies: probabilmente si fidava anche di chi invece lo ha tradito con quello scatto, per poi renderlo oggetto delle beffe e degli scherni di migliaia di utenti insensibili all'essere umano, così come alle sofferenze altrui.

Così, dopo alcune ore di presenza sul web e un nutrito seguito di commenti offensivi rivolti all'ignaro ragazzo, l'ira di un utente indignato ha permesso che si svelasse pubblicamente la vergogna, relegata ingenuamente alla protezione dello status di "chiusura" del gruppo ai non iscritti. Lo scatto è balzato da un profilo all'altro, sino a raggiungere la pagina ufficiale Facebook di Selvaggia Lucarelli, che pure aveva tanto lottato contro "Sesso Droga e Pastorizia".

Una vergogna che sembra non avere fine, nella totale noncuranza del dolore e delle diversità altrui. Tra i commenti anche tante "battute ironiche" di ragazze, fedeli a quella non troppo sottile linea di impunibilità 'made in web' dietro cui si trincerano le peggiori esternazioni.

Alla domanda che introduce la foto: "Che drink mi faccio fare?" seguono le risposte più tristi e disarmanti che si possano immaginare: "Un frullato di cromosomi", "Un down on the beach", "Qualcosa di sbagliato, come lui", "Fatti fare un Sindrome" e molto altro del peggio che possa esserci.

Internet trita tutto, anche i cuori delle persone.