Il mondo va avanti, la tecnologia si sta rendendo protagonista di un perfezionamento al limite dell'eccezionale, sempre più persone utilizzano Internet, per la maggior parte delle volte anche in maniera eccessiva. Siamo in molti a possedere uno smartphone di ultima generazione; grazie a questo disponiamo della possibilità di collegarci istantaneamente alla rete in qualunque posto ci troviamo, anche il più impensabile. Circa il 75 per cento degli individui, a livello mondiale, dispone di un telefono cellulare. Ma siamo al corrente dei rischi che corriamo in questa era "digitale"?
Potremmo anche estremizzare il concetto per meglio intenderci: siamo tutti in guerra. Una guerra diversa, dai confini incerti, difficilmente percepibili. L'informazione è al centro di questo nuovo conflitto, è quell'elemento che giustifica l'insieme delle minacce cibernetiche. I contenuti delle informazioni sono soggetti a una facile manipolazione, funzionale al perseguimento di obiettivi non propriamente di carattere positivo. E, viste le contingenze, anche i governi dei diversi paesi non possono far altro che adeguarsi a questa nuova tipologia di guerra, ricercando gli strumenti più adatti per tutelare i propri interessi.
Italia: parla il generale Graziano
Il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha rilasciato un'intervista proprio per presentare i piani della riforma relativa alle misure che si intendono percorrere per proteggere il nostro Paese dalla minaccia cibernetica globale.
Parla di un'Italia che si sta attrezzando rapidamente per raggiungere standard qualitativi accettabili e concorrenziali a livello internazionale. Il CIOC ("Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche") dal 2018 funzionerà a pieno regime. Previsto il reclutamento di giovani ragazzi che abbiano capacità certificate nel campo informatico.
Meno personale, più qualità: questo è il motto. Serviranno investimenti importanti per difendere la sicurezza delle nostre reti, e le strutture saranno a disposizione di tutti i dicasteri. Graziano afferma inoltre che il comando delle cyberwar nascerà in stretto coordinamento con le altre agenzie di sicurezza. La difesa integrata sarà il punto essenziale di questa rivoluzione bellica che sta investendo la nostra quotidianità.
Il CIOC
Già dal 2015 il ministero della Difesa, nel Libro Bianco per la Sicurezza Internazionale, aveva dichiarato la necessità di sviluppare rapidamente determinate capacità cyber in ambito militare per tutelare il nostro Paese. Da quest'anno (e dal 2018 a pieno regime) diventerà operativo il CIOC, che consentirà anche alle Forze armate italiane di poter disporre di un comando specifico per attività cyber, improntato sul modello statunitense. Questo si occuperà sia di promuovere e proteggere le operazioni militari sviluppando le capacità di pianificazione di Computer Network Operations (CNO), sia di coordinare le strutture nazionali che si occupano della protezione a livello informatico dell'Italia. Proteggere segreti militari e industriali è diventato l'obiettivo di tutti i paesi, e l'Italia non può esser da meno.