Per fortuna, tra colleghi non c'è sempre rivalità e astio. In ambito lavorativo nascono spesso bei rapporti, fondati sulla fiducia e sulla solidarietà. Lo sa bene un operaio della Oerlikon di Rivoli, Antonio Forchione, che ha scoperto di essere stato licenziato dopo un trapianto di fegato. L'uomo, 55 anni, è tornato in fabbrica dopo un lungo periodo di convalescenza ma si è reso conto subito di aver ricevuto il benservito dall'azienda. I colleghi solidali, allora, hanno proclamato uno sciopero di un paio d'ore su ogni turno di lavoro per contestare la decisione presa dai vertici dell'azienda, leader nel campo degli ingranaggi e parti per la trasmissione.

Allontanato dallo stabilimento perché invalido al 100%

Fim, Uil e Fiom hanno annunciato ieri, 8 marzo 2017, lo stato di agitazione per la scelta 'inaccettabile' della Oerlikon. Il signor Forchione è stato 'fatto fuori' dall'azienda perché invalido al 100%. Non è escluso che, prossimamente, venga proclamato uno sciopero a livello nazionale che riguardi tutte le fabbriche piemontesi e quella di Bari. Il 55enne ha rivelato che, lo scorso luglio, si è dovuto sottoporre a un trapianto di fegato. Dopo il periodo di convalescenza è tornato in fabbrica ma ha fatto un'amara scoperta. La Oerlikon ha deciso di licenziarlo perché essendo invalido al 100% non può più lavorare in officina. Forchione è incredulo.

L'azienda ha involontariamente umiliato una persona che ha vissuto momenti terribili a causa di una brutta malattia. Il 55enne è disposto a svolgere anche lavori in ufficio, accettando anche un'eventuale dequalificazione.

Ancora cinque anni di lavoro e poi la pensione

La storia di Antonio è balzata subito agli onori delle cronache e ha sollevato l'indignazione di molte persone, rappresentanti sindacali in primis.

Un'azienda ha dato il benservito a un operaio che aveva lavorato in uno dei suoi stabilimenti per oltre 37 anni. Antonio ha quindi contribuito a migliorare la Oerlikon. Sembra che questa non abbia neppure comunicato il licenziamento del 55enne alle Rsu. Brutta tegola per un cinquantenne a cui mancano cinque anni per andare in pensione.