Da tempo l’avrebbero minacciato con aggressioni verbali, spintoni e ritorsioni fisiche. Fino a quando ieri Paolo Jlassi, 20 anni, cagliaritano, volto conosciuto alle forze dell’ordine e S. E., 17 anni, anche lui di Cagliari, sono stati arrestati dagli agenti della sezione “Reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile della questura di Cagliari, per i reati di “evasione e porto abusivo di oggetti atti ad offendere”. Jlassi sarebbe dovuto essere agli arresti domiciliari nella sua abitazione e invece era in giro per Cagliari. Mentre il minorenne è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico di genere proibito.

Tentata estorsione e rapina

I due inoltre hanno collezionato una denuncia per rapina e tentata estorsione. Secondo l’accusa i giovanissimi avrebbero portato via e anche preteso del denaro – tanti soldi – dal giovane che secondo loro avrebbe avuto dei debiti per l’acquisto di una partita di droga. Per questo motivo – poi è risultato dalle indagini – il 20enne e il17enne avrebbero minacciato verbalmente (e non solo) il ragazzo che ormai stanco e provato dalle continue vessazioni e minacce è andato a raccontare tutto negli uffici di Polizia da dove poi sono partite le indagini che hanno portato all’arresto dei due giovanissimi pregiudicati.

Appostamenti e denunce

Gli agenti della sezione “Reati contro il patrimonio” della Squadra Mobile della questura di Cagliari – dopo aver ricevuto la segnalazione – lo scorso pomeriggio si sono messi immediatamente sulle tracce dei due giovani pregiudicati e la scorsa mattina – mentre erano impegnati in un normale giro di controllo nella zona introno a via Cadello, a Cagliari – si sono imbattuti nel terzetto.

Da una parte i due giovani, Paolo Jlassi e S.E., che ad alta voce - si legge nel verbale - discutevano animatamente con il giovane che ha denunciato il fatto. Un atteggiamento che ha subito insospettito gli agenti di Polizia che sono immediatamente intervenuti e hanno praticamente visto con i loro occhi tutto ciò che il giovane subiva quotidianamente e che aveva raccontato loro in Questura.

I due arrestati non hanno saputo dare spiegazioni riguardo al loro atteggiamento e – dopo tutti i controlli di rito – sono stati fatti salire sull’auto di servizio e condotti negli uffici di Polizia.