Cose da umanità senza sale in zucca. Proprio di zucche ce ne sono tantissime nell'installazione dell'artista contemporanea superstar star, la giapponese Yayoi Kusama. Da giorni ha aperto la mostra intitolata Infinity mirrored room, all' Hirshhorn Museum di Washington, caratterizzata da stanze con elementi di colore, oggetti e caratteristiche varie.
Si tratta di una mostra particolare, addirittura definita da qualcuno la wonderland dei selfie perché l'impostazione è tale che permette una fruizione artistica social friendly ed è parte integrante della visita la possibilità di fare selfie, tant'è che è stata anche definita 'The ultimate Instagram exhibit'.
Ma nella stanza cosiddetta della zucca, un visitatore o un po' distratto, o troppo entusiasta, per farsene uno ha danneggiato una delle sculture arancioni a pois neri.
Eterno amore per la zucca, il selfie più caro della storia
In una delle room della mostra intitolata All the Eternal Love I Have for the Pumpkins (2016) l'artista giapponese Yayoi Kusama ha messo una serie di zucche a pois illuminate. La stanza specchio in realtà riproduce all'infinito una distesa di pumpkins. Ed è qui che un visitatore per farsi un selfie ne ha accidentalmente calpestata una, compromettendo l'imstallazione.
E siccome l'installazione, visto lo spazio ristretto, ospita tre persone alla volta per trenta secondi, nessun addetto alla sicurezza era presente al momento della rottura della zucca.
Ora non si sa come l'abbia presa l'artista giapponese, ma a livello economico il danno è impressionante: si calcola che un esemplare simile sia stato venduto nel 2015 per 800 mila dollari, pari circa a 761 mila euro.
Il portavoce del museo, Allison Peck, ha confermato il danno con una mail e annunciato che la stanza delle zucche resterà temporaneamente chiusa.
Ha fatto sapere che c'è fiducia da parte del museo verso i visitatori a cui vengono date precise istruzioni a voce prima di entrare. Ma tanta è la fiducia che quando la stanza riaprirà saranno rafforzate le misure di sicurezza e i controlli. Sull'aspetto economico del danno, invece, nessuna dichiarazione.
Selfie, il terrore dei musei
Pagherà qualcuno il danno, o cosa fatta capo ha? Non si sa neanche se il danneggiatore della zucca sia stato rintracciato. Se dovesse risarcire il danno, dovrebbe sborsare una cifra che forse non accumulerà in tutta la vita. Certo lo ricorderebbe come il selfie più caro della sua vita, oltre che forse della storia.
Di danni i selfie ne fanno e tanti: basti pensare a Lisbona, dove un uomo ha distrutto una scultura secolare, e il caso del museo di Brera dove un ragazzo si è seduto in braccio a un gesso pur di farsi un selfie e ha mutilato la statua. In quanto ai selfie-stick sono ormai temuti e banditi dai musei di mezzo mondo, trattandosi di armi improprie capaci di distruggere opere d'arte di valore inestimabile in un click.