La Terza corte di assise di Roma ha oggi rifiutato la richiesta che il caso di Valentino Talluto, il 'contagiatore seriale' (noto anche come l'untore dell'hiv) che ha trasmesso la sua sieropositività ad almeno 30 donne, fosse affrontato in un processo a porte chiuse. Il procedimento penale contro Talluto avverrà in un processo pubblico, a porte aperte.

Il caso del 'contagiatore seriale' di Hiv

Il caso di Valentino Talluto ha suscitato molto scalpore nell'opinione pubblica. Il ragazzo, originario di Roma, trentaduenne, è accusato di avere contagiato intenzionalmente almeno 30 donne, sue patner sessuali.

La chiave del caso starebbe proprio nell'intenzionalità con cui Talluto ha contagiato le sue vittime: era del tutto consapevole di essere sieropositivo, e, nonostante ciò, secondo le accuse che gli sono state rivolte, avrebbe comunque insistito per avere rapporti sessuali non protetti, con il premeditato intento di ungere con l'Hiv le sue patner. Le accuse a cui Talluto deve rispondere sono gravi: epidemia dolosa e lesioni gravissime. Oltre al diretto contagio di 30 patner sessuali, Talluto avrebbe indirettamente contagiato altri 27 soggetti (tra cui un bimbo e tre uomini che hanno a loro volta frequentato le patner di Talluto), per un totale di 57 vittime ora sieropositive.

La decisione presa dalla Corte riguarda 'l'interesse sociale' del caso

La decisione presa oggi dalla Terza Corte d'assise di Roma, come sottolineato dalla presidentessa Evelina Canale, è stata condizionata soprattutto dal rilievo e dall'interesse sociale del caso, il cui dibattimento pubblico potrà avere uno scopo informativo.

Il pm Francesco Scavo si è oggi espresso contro la mozione presentata dall'avvocato Irma Conti (che rappresenta ben 17 delle 20 parti civili chiamate in causa), e che chiedeva un processo a porte chiuse, quindi in assenza di rappresentanti della stampa e del pubblico. Il pm giustifica la propria decisione ponendo l'accento sulla rilevanza del caso, e auspicando che "alcuni passaggi di questo processo siano trasmessi per l'importanza che avranno".

Il caso ha acquisito una forte rilevanza per l'opinione pubblica, una variabile che può avere influenzato la scelta di far rimanere Talluto in carcere, anche perché reputato ancora pericoloso e incline al contagio. La Corte ha anche rifiutato la richiesta di giudizio abbreviato avanzato dalla difesa dell'imputato.