Rom e sinti, minoranze etniche guardate ancora oggi con diffidenza ed oggetto, troppo spesso, di atti discriminatori che raggiungono livelli assolutamente vergognosi. Si dice che non abbiano patria, ma in realtà molti sono cittadini italiani. Le comunità di più antico insediamento (circa 700 anni) si trovano in Abruzzo, Calabria e Sicilia. Una folta delegazione di rom e sinti è parte integrante del corteo del 25 aprile che si svolge a Roma, organizzato dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Se oggi queste etnie sono oggetto di diffusa discriminazione, in passato sono andate vicine allo sterminio per mano dei nazisti.
Le stime del dopoguerra raccontano di oltre mezzo milione di persone, tra sinti e rom, deportate ed uccise nei lager. Ad Auschwitz c'era una parte del campo esclusivamente riservato alle 'famiglie zingare', altri furono trucidati a Dachau, Mauthausen e Buchenwald, altri ancora uccisi in rastrellamenti effettuati nei territori occupati di URSS e Jugoslavia.
Eroi della Resistenza
Il gran lavoro dell'ANPI ha permesso di conoscere le identità di alcuni partigiani di etnia sinta o rom, comne Giuseppe e Walter Catter, in arte 'Tarzan' e 'Vampa', uccisi dai fascisti ad Imperia e Vicenza; Lino 'Ercole' Festini, Renato Mastini e Silvio Paina, tutti 'martiri di Vicenza'. E poi, ancora Giacomo Sacco, 'Tzigari' Levakovich, Amilcare Debar, Rubino Bonora, Mirko Levak, Vittorio Mayer e Fioravante Lucchesi, uomini che hanno avuto parte attiva nella Resistenza e sono stati protagonisti di alcune pagine importanti, come la liberazione di Genova.
Nel mantovano, inoltre, operava il battaglione 'I Leoni di Breda Solini', composto unicamente da sinti italiani. Le vicende di questi combattenti sono state ripercorse dalla sezione ANPI di Jesi qualche anno fa, in occasione della Giornata della Memoria. Sinti e rom hanno dunque scelto di sfilare insieme ad anziani partigiani e giovani antifascisti, per rammentare un contributo storico alla Liberazione che, ancora oggi, è in parte ignorato.