Il ristorante "Il Vecchio Mulino" di Pieve Torina è riuscito a resistere al sisma, ma potrebbe non essere in grado di sopravvivere al mancato pagamento di un credito di 150mila euro vantato nei confronti dello stato. Dopo il Terremoto che ha sconvolto il centro Italia, era l'unico ristorante rimasto aperto nella zona delle montagne maceratesi colpite dal sisma. La famiglia che gestisce il locale nonostante la situazione difficile ha portato avanti l'attività, ed essendo l'unico luogo di ristoro aperto nei paraggi nei mesi scorsi ha servito migliaia di pasti ai soccorritori operativi nella zona.

Ma lo stato non ha ancora saldato il conto, che ha raggiunto una cifra di tutto rispetto, capace di fare la differenza nell'economia di un locale a conduzione familiare.

Un paese fantasma

Dopo le scosse del 30 ottobre scorso l'intero paese si è letteralmente svuotato. Pieve Torina è diventata una sorta di città fantasma, tra edifici distrutti e altri gravemente danneggiati. Ma la casa di Silvia Fronzi ed i locali del ristorante che gestisce con i familiari non hanno subito danni e sono rimasti agibili. E loro, nonostante tutto, hanno deciso di rimanere aperti, diventando un punto di riferimento per i soccorritori che operavano sul posto. "Se avessimo chiuso non ci sarebbero stati altri locali per sfamare i soccorritori", sostiene la proprietaria del ristorante.

Nel giorni successivi al sisma, anche se la loro abitazione non era stata danneggiata, Silvia ed i suoi familiari hanno dovuto abbandonarla in attesa che fossero eseguiti i controlli sulla struttura per decretarne l'agibilità. Per oltre un mese, per tenere aperto il ristorante e servire circa 200 pasti al giorno agli operatori, hanno dovuto fare i pendolari tra il locale e l'alloggio dove erano sistemati, percorrendo duecento chilometri in macchina tutti i giorni.

Silvia e la sua famiglia non si sono fermati nemmeno nei giorni delle festività.

Pagamenti interrotti

Inizialmente le cose procedevano bene, ma da dicembre in poi la famiglia di ristoratori non ha più ricevuto nessun pagamento. E il credito vantato nei confronti dello Stato è arrivato a quota 150 mila euro."Siamo riusciti a resistere fino ad oggi grazie al sostegno della banca e alla disponibilità dei fornitori, ma presto questi si rifiuteranno di continuare a fornirci la merce e saremo costretti a chiudere i battenti", racconta la ristoratrice, che ci tiene a sottolineare come il problema non siano certo i pompieri e gli altri soccorritori che mangiano nel suo locale, ma lo Stato, "che nonostante la situazione difficile non paga e mette in crisi chi lavora onestamente".

La questione sbarca in parlamento

I parlamentari Beatrice Brignone del gruppo "Possibile" e la deputata pentastellata Donatella Agostinelli hanno presentato interrogazioni parlamentari per fare luce sul caso. "Scandaloso che quando si verificano calamità come il sisma del centro Italia la burocrazia sia così lenta", scrive la parlamentare del M5s, che si appella al governo affinché risolva la situazione.