Dopo il terribile attentato di lunedì 22 maggio a Manchester, rivendicato dal sedicente Stato Islamico che ha mietuto 22 giovanissime vittime, si è attivata come sempre la collaborazione tra l'intelligence britannica e quella americana. Il Regno Unito, insieme a Nuova Zelanda, Australia, Canada e, ovviamente, agli Stati Uniti, è un membro del cosiddetto "five eyes"; ovvero una superalleanza di servizi segreti basata sulla condivisione di materiale d'indagine.
Il fatto
Per la prima volta dal 1946, la "special relationship" tra Stati Uniti e Regno Unito è venuta meno, dopo che la Polizia di Manchester ha unilateralmente deciso la sospensione della condivisione di informazioni con le controparti d'oltreoceano.
La fuga di notizie è stata resa palese dopo la pubblicazione, da parte del New York Times, di foto raffiguranti parti dell'ordigno esploso a Manchester lunedì notte. Il Segretario di Stato agli Affari Interni di Sua Maestà ha inoltre lamentato 'forte irritazione' per la pubblicazione, da parte degli organi di stampa a stelle e strisce, di dati sensibili circa l'identità dell'attentatore e soprattutto circa i suoi collegamenti. Infatti il nome di Salman Abedi, l'attentatore, è stato pubblicato proprio mentre si svolgevano operazioni sia a Manchester che in Libia, rischiando di vanificare gli sforzi delle autorità internazionali. È stato proprio un comunicato della Polizia di Manchester a spiegare come "il danno (recato alle autorità) è reso ancora più grave dal fatto che sia state pubblicate informazioni sensibili proprio durante lo svolgimento delle operazioni di lotta al terrorismo".
Le conseguenze
Al termine di una seduta straordinaria del Comitato d'emergenza di alto livello (COBRA), il Primo Ministro Inglese Theresa May ha comunicato che, in occasione del vertice Nato a Bruxelles, discuterà con Donal Trump riguardo questa fuga di notizie e ricorderà all'alleato che le informazioni riservate condivise devono rimanere riservate.
Eventi del genere rischiano di essere particolarmente pericolosi in una fase come questa, in cui è necessaria fiducia e collaborazione tra alleati e non diffidenza e isolamento. Purtroppo la NATO, in quanto alleanza strategica e militare, sta mostrando più di una pecca di fronte al terrorismo radicalizzato. Ragion per cui è auspicabile che il vertice NATO possa portare i leader dell'Alleanza Atlantica ad abbracciare un nuovo spirito di collaborazione, basato sia sulla collaborazione a livello investigativo che su una progettazione condivisa e a lungo termine di nuove politiche sociali per combattere il fondamentalismo e l'emarginazione sociale, che tende a renderlo ancora più grave e serpeggiante nelle grandi metropoli occidentali.