Emergono nuovi dettagli relativi alla recente strage terroristica che ha sconvolto Manchester e l'Inghilterra. Il fratello del terrorista Salman Abedi stava progettando un'attacco terroristico in Libia. Secondo le notizie trapelate dai mass media occidentali e mondiali, Hashem, questo il nome del fratello del terrorista, stava organizzando un'attentato contro il capo della missione ONU in Libia, Martin Kobler.
La militanza nell'ISIS dei due fratelli Abedi
Secondo le notizie e le ricostruzioni effettuate dai media, sia Salman che Hashem Abedi erano militanti dello Stato Islamico intenzionati a esportare terrore in Europa e in Nord Africa nel nome della jihad contro l'Occidente e le civiltà "infedeli".
Hashem Abedi è stato arrestato in Libia insieme al padre e ha ammesso il suo coinvolgimento nell'ISIS, nonché il fatto che era a conoscenza dei preparativi dell'attacco terroristico effettuato dal fratello Salman.
L'esistenza di network islamisti e il mito dei 'lupi solitari' dell'ISIS
Spesso e volentieri si è parlato di emergenza legata ai cosiddetti "alone wolves" dell'ISIS, ma bisogna dire che il fenomeno dei "lupi solitari" è stato alquanto esagerato dai media mainstream e dalla politica occidentale. Infatti, la recente strage di Manchester, così come altri attacchi terroristici operati dai miliziani del Califfato in Europa, dimostrano l'esistenza di veri e propri "network del terrore" e di fitti collegamenti internazionali tra jihadhisti che smontano la narrativa mediatica del "terrorista solitario" autoradicalizzatosi in breve tempo.
La cronaca e le vicende dimostrano che i miliziani dell'ISIS operanti in Europa hanno per la maggior parte delle volte collegamenti con le centrali jihadiste operanti nel mondo e spesso e volentieri hanno alle loro spalle una "carriera" nel mondo della criminalità e del traffico della droga. Proprio quest'ultimo punto risulta importante, perché lo Stato Islamico ha da sempre reclutato e recluta i suoi miliziani più estremisti e violenti proprio nel mondo della criminalità, sia in Europa che nel resto del mondo.
Da lì partirebbe la radicalizzazione e non tanto dal web, che semmai viene utilizzato dai jihadhisti come mezzo utile a mantenere i contatti tra i combattenti islamisti internazionali e come strumento di mera propaganda. Non sarebbe quindi il perno della radicalizzazione, come si pensa.