Carneficina "collaterale" di donne e bambine. Era già tutto scritto e annunciato nell'ultimo numero di Rumiyah, magazine dell'autoproclamato Stato islamico: uccidere bambini non è sbagliato, la strage di ragazzini e donne è perseguibile. Scritto e fatto: realizzato nella strage al Manchester Arena che ha ucciso 23 persone, ferite 120.

'Collateral carnage', la strage annunciata

Nel numero quinto della rivista Rumiyah, che in arabo sta per Roma quale simbolo del corrotto Occidente, si teorizza esplicitamente la possibilità che negli attacchi jihadisti vengano uccisi anche bambini.

L'articolo del gennaio 2017 intitolato 'Collateral carnage' suggerisce di colpire pure minori e adolescenti, anch'essi infedeli: "Non c'è niente di sbagliato a uccidere i bambini perché Allah ha detto non addolorarti per i miscredenti". La rivista è uno degli strumenti mediatici utilizzati dall'Isis per radicalizzare a distanza simpatizzanti del califfato e aspiranti martiri sparsi per il mondo. Per questo, sta diventano lo strumento privilegiato della propaganda jahidista. L'articolo invita il combattente a fare il massimo per portare avanti la causa di Allah, senza dolersi se colpendo le masse di infedeli si produca un massacro collaterale. Nel delirio delle argomentazioni, si legge che Allah ha decretato la morte degli infedeli dalla sua esatta giustizia e somma saggezza.

Che non c'è da dispiacersi a uccidere bambini, anzi c'è da ricordare che sono stati uccisi molti più bambini e donne musulmani negli attacchi a opera dei miscredenti.

I luoghi dove fare stragi

Nel folle articolo sono poi elencati i luoghi privilegiati per compiere stragi: discoteche, teatri, sale concerto, centri commerciali, ristoranti popolari, campus universitari, piste di pattinaggio e in generale luoghi affollati e di aggregazione di massa.

Proprio come il Manchester Arena dove l'altra sera al concerto di Ariana Grande c'erano 21 mila spettatori. Rivendicato dall'Isis, l'attacco a Manchester è stato una strage di ragazzini: volutamente intenzionato a colpire teenager e realizzato alla fine del concerto, all'uscita dell'evento, proprio quando i controlli sono allentati.

Ed era molto giovane anche l'attentatore kamikaze che si è fatto esplodere, Salman Abedi, 22 anni, figlio di rifugiati libici, nazionalità e passaporto inglese, tornato dalla Libia dove si era radicalizzato ed era stato addestrato, appena 4 giorni prima dell'attentato. A Tripoli sono stati arrestati padre e fratello, tutti dell'Isis. L'articolo, infine, cita il massacro di Nizza quale un esempio "benedetto" di strage collaterale ben riuscita.

Il concerto di Ariana Grande scelto non a caso, simbolo di ciò che i terroristi odiano

Non sono stati scelti a caso il luogo e la circostanza in cui compiere la strage: lo sostiene il giornalista britannico James Harkin sul Mail online.

La popstar Ariana Grande con la sua fisicità esibita che lascia poco spazio all'immaginazione, incarna un modello di femminilità, un approccio alla sessualità e uno stile di vita occidentale che i terroristi odiano. Come odiamo la musica considerata una distrazione da Dio e dallo studio del Corano. Secondo una distorta interpretazione del Corano, quasi tutto ciò che riguarda il mondo occidentale, dai costumi alla musica è corrotto, impuro, vietato e merita la condanna a morte. E un'arena concerti, quale quella di Manchester, rappresenta un luogo dissoluto da abbattere: proprio come ribadito nella rivendicazione poi fatta dall'Isis.