Un avvenimento storico, un evento di portata epocale, soprattutto in un mondo in cui la condizione della donna è all'insegna della totale subalternità: Rola Sleiman, 40 anni, è bionda, è donna ma, soprattutto, dallo scorso 27 febbraio è il primo pastore di sesso femminile della Chiesa presbiteriana non solo del Libano, ma dell'intero mondo arabo. Un po' come se fosse diventata la "papessa" della Chiesa mediorientale. La consacrazione è avvenuta a Tripoli.

Evento senza precedenti in un mondo maschile

Rola Sleiman è nata 40 anni fa a Tripoli, in Libano, da padre siriano e madre libanese.

Ha studiato alla scuola di teologia di Beirut grazie all'incoraggiamento dei genitori. Dopo la laurea è tornata alla chiesa della sua gioventù, nel suo paese natale. Ora che ha raggiunto un traguardo senza precedenti, dice di non aver mai avuto in testa di diventare un pastore, figurarsi una "papessa": eppure lo è diventata ufficialmente il 27 febbraio scorso. Stando alle sue dichiarazioni, tutto ciò è avvenuto "Per effetto della volontà di Dio".

A 17 anni, dopo aver letto Bibbia, Corano e Antico Testamento, è stata "adottata" dal Sinodo evangelico nazionale di Siria e Libano che riunifica le federazioni evangeliche presbiteriane di tutto il Levante. Dopo la laurea, ha avuto la possibilità di servire in diverse chiese del Libano e di Tripoli.

Ma la vera occasione è arrivata nel 2006, quando il pastore della sua chiesa, George Bitor, parte per un viaggio all'estero e lei lo sostituisce nel celebrare la messa.

In seguito allo scoppio della guerra tra Libano e Israele, il pastore non riesce a rientrare in patria. E così Rola, pur continuando il suo ruolo "ad interim" nelle vesti di reverendo e non di pastore, ha continuato a servire nella sua chiesa d'origine come predicatrice, svolgendo in sostanza tutti i compiti, tranne i sacramenti e la celebrazione dei battesimi, per i quali aveva bisogno di essere affiancata da un chierico maschio.

Nel frattempo, nel 2008 Bitor, dopo essere tornato fugacemente in Libano, annuncia che si sarebbe trasferito negli Stati Uniti, lasciando vacante il suo ruolo come pastore ufficiale. È emersa così, l'esigenza di nominare un nuovo pastore nella seconda città libanese e Rola, vincendo le resistenze di un mondo prettamente maschile, e grazie ad un deciso pronunciamento del Sinodo (23 voti a favore e 1 solo contrario), è stata ordinata pastore della città fortemente colpita dalla vicina guerra civile in Siria.

Responsabilità e valore simbolico del ruolo

Anche se il titolo, di fatto, non ha aggiunto nulla di più a quanto già faceva, essere il primo pastore donna del mondo arabo è una grande responsabilità per Rola, impegnata nella lotta per la parità di genere nella società libanese, attraverso il suo ruolo.

La sua posizione è molto chiara: combattere l'oppressione, a cominciare dalle leggi che impediscono alle donne di fare alcunché. E se la sua ordinazione è avvenuta tardi, comunque lei rivela che si è aperta una porta, in attesa di poterne aprire molte altre.

Anche se la Chiesa presbiteriana in Libano è una piccola minoranza di circa 3mila membri, e a Tripoli (città multi-confessionale), durante la guerra civile dal 1975 al 1990 la popolazione cristiana è fortemente diminuita, questa nomina acquisisce anche un forte valore simbolico. Dalla sua chiesa al centro della città, in un'area a maggioranza musulmana, Rola conduce la sua quotidiana battaglia di emancipazione femminile. Nel contesto arabo e libanese, le donne vivono una condizione di subalternità giuridica, sociale e politica (non hanno incarichi).

Per quanto concerne il mondo religioso, ad eccezione di ambiti protestanti, la "leadership" è sempre maschile. "Hamdulillah" (grazie a Dio in arabo), ora c'è Rola che, certamente, sarà attesa da un duro lavoro.