Condannato all'ergastolo Vincenzo Paduano. Massimo della pena alla guardia giurata 28enne per aver ucciso e dato alle fiamme l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, il 29 maggio dello scorso anno. Un caso inquietante e una pena esemplare che tiene sempre aperta l'annosa questione della violenza sulle donne. Qual è il profilo tipo della vittima e quella dell'aguzzino? Gli scienziati sociali che si occupano dello studio del fenomeno hanno delineato i principali fattori che mettono più a rischio la vita delle donne: basso livello socio-economico, uso smodato di sostanze alcooliche e storia di abusi e violenze nell’infanzia.
Chi sono le donne più a rischio
Essere povere e vivere in classi sociali disagiate mette le donne maggiormente in pericolo. Sono la mancanza di soldi, di lavoro e la cultura, spesso, violenta le maggiori fonti di stress per le donne. Le difficoltà raddoppiano per le donne appartenenti a un livello socio-economico basso: posseggono meno strumenti e capacità di adattarsi a situazioni problematiche. Abituate a subirla e a vederla ogni giorno, le donne che vivono in situazioni di degrado sociale risultano essere più tolleranti alla violenza e quindi più propense a giustificarla o a non riconoscerla come tale.
Sono a rischio anche le compagne di partner alcolisti o grandi bevitori. L’alcol, si sa, allenta i freni inibitori, ma quando l’uomo che ne abusa è un violento, è più facile che perda il controllo di sé e dia sfogo alle sue frustrazioni picchiando la partner.
Un bicchiere di troppo in mano a un marito o ad un compagno violento aumenta, infatti, il livello dei conflitti all’interno della coppia, che possono sfociare più facilmente in botte, ferite e anche nell’omicidio della propria partner.
Rischiano di più anche le donne che hanno subìto nella propria infanzia abusi e violenze fisiche e sessuali.
Le bambine che subiscono violenza fisica o sessuale sono più propense, una volta diventate adulte, a divenire nuovamente vittime dei propri partner dello stesso tipo di violenza subita durante l’infanzia. Così come è più probabile che un bambino che ha assistito alle violenze del padre sulla madre o è stato lui stesso vittima di violenza fisica, possa diventare da adulto un partner violento.
I bambini tendono ad imitare il comportamento del genitore dello stesso sesso, affermano gli esperti. Le donne più a rischio nel mondo hanno più di 30 anni.
L’uomo violento
Non è la gelosia o il troppo amore il motivo scatenante della violenza maschile. Il potere è il fine ultimo del partner violento. Non vuole solo provocare dolore o sofferenza fisica, ma sottomettere al suo volere la propria partner o ingessarla dentro la paura umiliandola, possedendola, segregandola e limitandone le opportunità. La violenza domestica è, infatti, trasversale allo status economico: anche nelle classi sociali più elevate esistono uomini violenti. Tra le cause scatenanti degli scatti d’ira del maschio vi è da annoverare lo stress emotivo dovuto all’impossibilità di essere un adeguato breadwinner (sostegno della famiglia), sia esso rivolto a procurarsi lo stretto necessario a sbarcare il lunario, sia a mantenere un alto tenore di vita.
Nelle classi più elevate gli uomini sono più propensi ad esercitare la “sola” violenza fisica, mentre in quelle più svantaggiate quella sessuale.
Effetti della violenza sulla salute delle donne
I lividi scompaiono, le fratture si ricompongono. Ma le ferite psicologiche sono molto più dure a guarire. Ci vogliono più di 10 giorni, hanno affermato il 58% delle donne intervistate, per riprendere mano alle attività quotidiane; mentre il 51% delle donne lavoratrici hanno chiesto un’aspettativa, superiore anch’essa ai 10 giorni, al datore di lavoro. Le violenze ripetute dal partner, sia fidanzato che marito, hanno un forte impatto psicologico. Tra il 9 e il 12% delle donne vittima di violenza ha tentato il suicidio o altre forme di atti autolesionistici; il 21% riporta di aver difficoltà nel gestire i propri figli; non riescono a concentrarsi e soffrono di perdite di memoria il 25% delle donne; il 30-40% dichiara di soffrire di depressione; il 39-44% di attacchi panico, d’ansia e fobie; il 48% delle donne sposate a un uomo violento e il 38% delle fidanzate, sentono un forte senso di disperazione e di impotenza; tra il 42 e il 47% soffre di disturbi del sonno e dell’alimentazione; il 50% delle fidanzate e il 49% delle coniugate ammettono di aver perso la fiducia in se stesse.
Perché le donne maltrattate non lasciano i partner violenti? Tra le cause principali vi è lo squilibrio economico in seno alla coppia. Molto spesso le vittime di violenza pensano di non potersi mantenere da sole sia per mancanza di risorse economiche, sia perché si sentono psicologicamente troppo fragili.